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Anche gli influencer chiedono regole (e creano un sindacato)

Nei giorni del caso-Ferragni, già in 250 hanno aderito all’Associazione Italiana Content & Digital Creators. Ecco perchè

Come dimostra la vicenda di Chiara Ferragni, anche quello dell’influencer può rivelarsi un lavoro pericoloso. Nonostante il fatto che abbia il futuro assicurato, le trappole sono dietro l’angolo. Così, fa notizia la nascita di un’associazione di influencer e content creator che chiede, udite udite, di regolamentare un settore – quello affine ai social – che finora è stato una sorta di giungla.

Del resto, i numeri sono già importanti, non c’è solo la Ferragni: da Khaby Lame a Sespo e Luca Campolunghi, il comparto conta oltre 350 mila professionisti per un potenziale giro d’affari di ben 2,55 miliardi, stando alle stime elaborate dall’istituto per la competitività I-Com.

E’ stato calcolato, inoltre, che gli italiani che seguono almeno un influencer raggiungono la percentuale monstre del 76%: ben 21 milioni di persone, poi, ne seguono almeno tre e 7 arrivano addirittura a oltre dieci.

Andando al succo: il 57% degli italiani dichiara di essere sempre interessato ai prodotti consigliati dagli influencer.

Ora: quelli tra di loro che hanno già aderito all’associazione sono 250. C’è Khaby Lame, 160 milioni di followers su TikTok e primo su Instagram con altri 80. Poi, nomi come Luca Campolunghi, Sespo, Giulia Latini, Gabriele Vagnato, Klaus, Cartasegna, Samara Tramontana, Andrea Muzzi e Ignazio Moser.

Sono tanti i temi di cui è chiamato ad occuparsi quello che si può definire il loro sindacato: quello della previdenza e del codice Ateco per il settore della content economy, ad esempio, già divide le opinioni. Il direttore centrale delle entrate dell’Inps, Antonio Pone, lo ha definito necessario, mentre per il sottosegretario del ministero del Lavoro Claudio Durigon è da superare perché “il mondo sta evolvendo e la previdenza deve avere una formula più fluida”.

Ma con quale spirito è nata l’Associazione Italiana Content & Digital Creators? “Chiediamo al Parlamento e al Governo una proposta di legge per l’approvazione di un codice di regolamentazione e tutela di un settore completamente nuovo e fin troppo a lungo lasciato senza un impianto normativo adeguato. L’Associazione è nata per dare voce, tutelare e chiedere regole a una categoria che non si può più ignorare e, a breve, fornirà una proposta”, ha preannunciato la presidente dell’Aicdc, Sara Zanotelli.

Chissà se anche Chiara Ferragni⁠ tirerà un sospiro di sollievo.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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