L’azienda italiana che chiude meglio il 2023 è senz’altro la Ferrero. Questo lo si può dire per vari motivi. Intanto, perché, appena la scorsa settimana, Forbes ha confermato il suo patron, il 59enne Giovanni Ferrero, come l’uomo più ricco d’Italia con un patrimonio di 39,1 miliardi di dollari (più del triplo di quello del secondo in graduatoria: l’89enne Giorgio Armani si ferma, per così dire, a 12,9 miliardi).
Poi perché, con il lancio della Nutella vegana, dimostra di essere una azienda che non si adagia sugli allori, ma continua a investire sulla ricerca.
E poi, ancora, perché i suoi numeri continuano a crescere. I ricavi di quest’anno hanno toccato 1 miliardo e 756,6 milioni di euro, il 6,7% in più se confrontati con quelli del 2022.
Negli ultimi dodici mesi, poi, sono aumentati anche i lavoratori del gigante della cioccolata: essi sono saliti del 3,5% per un totale che sfiora i 7 mila addetti (in tutto il ramo italiano sono 6.967 per la precisione). Ma non è ancora tutto: a circa 6 mila di loro, c’è da ricordare che, lo scorso autunno, è andato un premio di produttività di 2.400 euro.
Solo Ferrero industriale, del resto, ha chiuso l’anno con un fatturato di 805,7 milioni di euro. E solo nelle aziende in cui si svolgono i processi di lavorazione e trasformazione delle materie prime di Alba, Pozzuolo Martesana, Balvano e Sant’Angelo dei Lombardi, le quattro fabbriche italiane, il gruppo ha investito, al 31 agosto 2023, 142 milioni di euro: +7,7% sul 2022.
E quindi: come immaginare un Natale migliore? Il Gruppo, in una nota, ha confermato “la centralità dell’Italia in termini di sviluppo industriale”. Un modello da preservare.