È, evidentemente, tutt’altro che una celebrazione. Ma in ogni caso qualcosa che fa riflettere: oggi, 15 novembre, in Europa si celebra l’Equal Pay Day, il giorno in cui le donne smettono di essere retribuite rispetto agli uomini. Proprio così: è stato calcolato che, per quest’anno, il 2023, da oggi, 15 novembre, le donne europee lavoreranno “gratis”.
Del resto, il divario di retribuzione tra uomini e donne rappresenta una delle sfide più significative nell’Unione Europea. In media, le donne guadagnano il 12,7% in meno rispetto agli uomini. E questa disparità, come visto, si traduce in una differenza salariale che equivale a circa un mese e mezzo di lavoro gratuito ogni anno per le donne.
Ora: a un primo sguardo, potrebbe sembrare che la situazione italiana sia migliore rispetto al resto d’Europa, dal momento che il gender pay gap è solo del 5%, molto al di sotto della media Ue. Ma questo non vuol dire che la situazione sia realmente migliore: secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia, il numero di donne occupate è il più basso tra tutti i Paesi dell’Ue: è circa il 52%, quasi 13 punti sotto la media europea e lontano dal 76% della Germania e dal 70% della Francia.
Sta di fatto che, in tutt’Europa, la presenza femminile nel mercato del lavoro è notevolmente inferiore rispetto a quella maschile, con solo il 67,7% di donne occupate contro il 78,5% degli uomini.
C’è da dire, poi, che questa discrepanza non riflette solo un divario retributivo, ma anche molteplici altre forme di discriminazione nelle opportunità lavorative, nella progressione di carriera e nelle ricompense. Uno dei principali fattori che incidono sul gender pay gap consiste nel fatto che le donne spesso lavorano in settori poco remunerativi come assistenza, sanità e istruzione. Inoltre, dedicano significativamente più tempo al lavoro di cura non retribuito: si tratta di circa 5,5 ore ogni giorno per cura della casa, dei figli e della famiglia.
Un altro dato allarmante riguarda, infine, la percentuale di amministratrici delegate nelle più importanti aziende europee, che è pari all’8% del totale, con un divario retributivo del 23% rispetto ai colleghi uomini. Insomma, per dirla con il film di Paola Cortellesi che sta sbancando i botteghini, c’è ancora (un) domani. Da raggiungere.