In occasione del G7 sul Lavoro svoltosi la scorsa settimana a Cagliari, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha spiegato che per rispondere alle sfide delle transizioni in atto, non è più sufficiente la formazione tradizionale del sistema scolastico: bisogna puntare sulla formazione continua e permanente, all’interno dei percorsi aziendali per aggiornare le competenze in linea con l’innovazione dei processi produttivi.
Ora: l’aggiornamento delle competenze chiama in causa le parti sociali con la contrattazione aziendale, ma anche le politiche industriali e le misure ad hoc messe in campo dai governi.
E, a tal proposito, nel corso del G7 Lavoro, la ministra Calderone ha firmato con il ministro tedesco del lavoro Hubertus Heil l’accordo sull’attuazione del protocollo per la cooperazione nei campi dell’istruzione e della formazione professionale, dei servizi pubblici per il lavoro e delle politiche attive.
Si tratta di un accordo rilevante, essendo la Germania l’apripista nell’attuazione del modello duale di formazione on the job che ha prodotto importanti risultati sulla riduzione della disoccupazione che per gli under 25 tedeschi viaggia al 6,2% (contro il 20,8% dei giovani italiani).
Inoltre, la rappresentante del Governo Meloni, sempre a Cagliari, ha affrontato con Alison Mc Govern, l’equivalente del viceministro della lavoro del Regno Unito, il tema delle misure per favorire l’avviamento dei giovani al lavoro, e di come rispondere alle sfide dell’Intelligenza artificiale.
“Il problema è che storicamente l’Italia ha investito poco sulla formazione, sono pochi i lavoratori che partecipano ad attività formative non formali”, ha sottolineato il direttore per l’Occupazione dell’Ocse, Stefano Scarpetta. “Quanto all’Ia generativa – ha aggiunto Scarpetta – è più in competizione con i lavoratori altamente qualificati perché svolge mansioni non di routine e anche con capacità cognitive. Però, mentre lavoratori con alti livelli di competenze riescono ad essere complementari con l’Ia, i più esposti saranno quelli con bassi livelli di qualifiche. È soprattutto su di loro che bisogna investire”.