Il tasso di occupazione nel secondo semestre ha raggiunto il record storico del 62,2%, e il tasso di disoccupazione è sceso sui livelli minimi per il nostro Paese al 6,8%: bisogna tornare al terzo semestre 2008 per trovare un dato più basso, il 6,7%. Luglio ha poi confermato questo trend superando il picco dei 24milioni di occupati, con il tasso di occupazione salito al 62,3%. Tuttavia, gli inattivi restano al 33,1% e tuttora emergono segnali di difficoltà per industria, costruzioni ed agricoltura che nel secondo trimestre producono un calo dello 0,2% delle ore lavorate rispetto al trimestre precedente.
Da notare, stando all’Istat, che nello stesso periodo il Pil ha registrato una crescita sia in termini congiunturali (+0,2%) sia in termini tendenziali (+0,9%).
Il ricorso alla cassa integrazione scende a 7,5 ore ogni mille ore lavorate, ma non nell’industria dove cresce.
Nel contempo, gli occupati nel periodo compreso tra marzo-giugno aumentano di 124mila unità rispetto al primo trimestre 2024, l’aumento avviene sotto la spinta dei dipendenti a tempo indeterminato (+141 mila), ma anche degli indipendenti (+38mila), che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-55 mila).
“Si tratta di dati positivi e non più temporanei, che evidenziano una crescita dei contratti stabili”, ha avuto modo di evidenziare il ministro del Lavoro Marina Calderone. Nel secondo trimestre, sempre rispetto al primo, è anche calato il numero di disoccupati (-84mila) e cresciuto quello degli inattivi di 15-64 anni (+32 mila). Nel confronto tendenziale si contano 329mila occupati in più del secondo trimestre 2023, anche in questo caso per effetto della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato e degli indipendenti, a fronte della diminuzione dei dipendenti a termine. In un anno è anche calato il numero di disoccupati (-194mila) e degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-32mila).