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La scalata delle donne nel mondo del lavoro

L’Osservatorio sul Women Empowerment di Teha Club: il salario minimo aiuta a restringere il gender-gap

In crescita nei ruoli manageriali delle aziende, ma non in quelli apicali: il numero di donne amministratore delegato nel 2023 è calato dello 0,5% nei Paesi del G20, rispetto al 2022, e la percentuale è veramente bassa, solo il 4,5%, tra le 2.171 società “top”. In politica le donne sono sottorappresentate anche nei Parlamenti, anche se nel 2023 la percentuale passa dal 25,3% del 2017 al 28,7%. Ma quello che forse preoccupa di più, tra i tanti dati dell’Osservatorio sul Women Empowerment di Teha Club, è il calo della fiducia da parte delle donne.

Nel rapporto, si evince che il livello di fiducia che l’uguaglianza di genere possa essere raggiunta nell’arco della propria vita è il 32% della generazione Baby boomers, ormai in gran parte pensionata, ma poi la percentuale passa al 41% per la Generazione X (di età compresa tra i 45 e i 59 anni) e sale ancora al 44% per le Millennials (tra i 30 e i 44). Ma per la Generazione X si registra un calo: si torna quasi al punto di partenza, alla percentuale delle loro nonne, il 33%.

Forse però non è tanto un calo di fiducia tra le giovani, quanto il fatto che le nuove generazioni si aspettano di più, e danno molte conquiste per acquisite, spiega Irene Giannotto, coordinatrice dell’Osservatorio: “Le generazioni più anziane contavano quasi esclusivamente su quello che riuscivano a conquistare da sole, basandosi sulle proprie capacità e sul proprio lavoro. Le giovani invece si aspettano sempre di più, contano sul fatto che gli altri, la società più in generale, facciano la loro parte. E rimangono deluse quando vedono che questo non avviene nella misura in cui se lo aspettano”.

Dal report dell’Osservatorio emergono però anche notizie di passi avanti importanti per le donne: “Nei Paesi del G20 si è ridotto il gender pay gap. Bene soprattutto la Germania, dove l’introduzione del salario minimo ha permesso di ridurre il gap salariale tra uomo e donna riducendo le posizioni non regolamentate, che erano in gran parte riservate alle donne”.

A spingere per una maggiore uguaglianza anche la direttiva sulla trasparenza retributiva, adottata dalle istituzioni europee nel giugno 2023.

Sta di fatto che l’Italia continua a distinguersi per il suo tasso di occupazione femminile particolarmente basso. Non solo: le donne italiane si addossano anche una quantità di lavoro di cura non pagato superiore rispetto a quello degli altri Paesi. Se infatti le francesi si limitano a 3,7 ore giornaliere, le tedesche a 4 e le spagnole a 4,9, le italiane arrivano a 5,1. La media fa 4,4: in totale, 968 ore di lavoro non pagate l’anno.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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