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Sciopero nuovo, precettazione nuova

Salvini, dopo quella di Cgil e Uil del 17 novembre, taglia anche la mobilitazione prevista per oggi cui hanno aderito i sidacati di base del trasporto pubblico locale. Domani ci sarebbe un contro a Palazzo Chigi, ma non si prevedono rose

Sciopero nuovo, precettazione nuova. Il secondo round tra il ministro Salvini e i sindacati, in occasione del secondo giorno di sciopero generale indetto per oggi, si chiude con il rappresentante del governo Meloni che ha di nuovo precettato i lavoratori del settore dei trasporti.

Che significa? Che i lavoratori del trasporto pubblico locale, come nel corso della prima giornata di sciopero del 17 novembre scorso, potranno incrociare le braccia solo per quattro ore, dalle 9 alle 13, non per tutta la giornata. Sta di fatto che, dopo Cgil e Uil, questa volta il braccio di ferro è anche con i sindacati di base (Usb, Cub Trasporti, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas e Al Cobas Sgb).

Salvini ribadisce “il sacrosanto diritto allo sciopero”, ma si dice “determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini, anche alla luce di agitazioni che ormai sono diventate molto frequenti, e che colpiscono con particolare insistenza il settore dei trasporti”, proprio quello di sua competenza. Per lui, poi, non è un caso che gli scioperi “troppo spesso creino complicazioni proprio nell’ultimo giorno prima del weekend o all’inizio della settimana lavorativa”, come in questo caso.

Ma i sindacati di base rispondono per le rime scagliandosi contro “un governo che vuole imporre la limitazione di un diritto costituzionale già fin troppo penalizzato da leggi e normative che si sono susseguite fin dagli anni Novanta con tanto di benestare di Cgil, Cisl e Uil”.

L’Usb, insomma, tira dritto: “Non faremo un passo indietro sul diritto di sciopero”. E quindi il segretario nazionale della Cub Trasporti, Antonio Amoroso, non ha problemi a definire la precettazione “un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole” e non esclude la possibilità di “riprogrammare l’astensione ad un’altra data avviando una campagna per sensibilizzare il Paese rispetto al grave attacco ai diritti democratici”. Come dire: il Natale è dietro l’angolo.

In ogni caso, se lo sciopero generale è stato indetto contro la manovra finanziaria del Governo, più nello specifico, cosa vogliono i sindacati dei trasporti? “Aumenti salariali dignitosi, migliori condizioni di lavoro, tutela di salute e sicurezza”. Questo, tra l’altro, all’indomani di uno studio che ha evidenziato la difficoltà di reperire risorse umane (in primis, autisti) proprio per le società del trasporto pubblico locale (vedi qui). Sta di fatto che i leader sindacali domani mattina dovrebbero avere un nuovo incontro a Palazzo Chigi. Difficile, tuttavia, che fioriscano rose.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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