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Sicurezza sul lavoro, spunta la bozza che taglia la formazione dei lavoratori

Si tratta di una intesa Stato-Regioni che, anche dopo le ultime tragedie, prevede meno ore di addestramento per fronteggiare i pericoli, subappalti senza responsabili in cantiere ed enti di formazione in campo con il solo accreditamento regionale

In Italia si muore di lavoro con un ritmo quotidiano impressionante, l’Europa ci chiede di fare di più dal punto di vista della prevenzione (ne abbiamo parlato qui) ma, incredibilmente, c’è il rischio che la formazione per la sicurezza dei lavoratori, proprio in queste ore, venga tagliata. È stata resa nota, infatti, la bozza finale del nuovo accordo Stato-Regioni che va proprio in questa direzione. Le ore di formazione per i lavoratori dei settori a rischio alto da 16 scendono a 10. E, in più, si consente la modalità e-learning anche per la formazione specifica, quella che andrebbe fatta sul campo come le procedure di primo soccorso, di esodo e di incendi, di movimentazione di merci, di rischi infortuni e di rischio chimico.

Ma come è possibile che sia scaturita una bozza di accordo simile? In realtà, il testo è stato preparato dal Ministero del Lavoro e mira ad accorpare e potenziare i sei accordi Stato-Regione esistenti perché la formazione è una materia concorrente. Questo, in attuazione del Testo Unico sulla sicurezza, il decreto legislativo 81/2008.

Sta di fatto che le ore di formazione obbligatorie passano a 10 per tutti e rimangono 4 quelle di formazione base. Non solo: salta, rispetto al passato, la differenziazione nella formazione specifica, sul campo. Fino ad oggi, erano 4 ore per i settori a rischio basso, 8 ore per i settori a rischio medio e 12 ore per i settori a rischio alto. Questo schema è stato cancellato perché la formazione specifica diventa di 6 ore per tutti.

E le novità non finiscono qui: la bozza di accordo allarga il perimetro agli enti formatori anche con poca o nulla esperienza. Per loro, basterà un accreditamento regionale.

Infine, nel caso dei subappalti, già liberalizzati dal nuovo Codice degli appalti, la formazione, se la bozza dovesse concretizzarsi, è prevista che ricada in capo al dirigente dell’azienda affidataria del lavoro, quella che ha preso l’appalto, e non sul dirigente operante, a cui è stato subappaltato il lavoro e che, quindi, sta in cantiere.

Per la serie, lontano dagli occhi, lontano dal cuore (e non solo).

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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