L’introduzione della patente a punti per combattere il fatto che in Italia le morti sul lavoro sono del 40% più frequenti rispetto alla media europea e non solo perché contabilizziamo tra queste anche gli incidenti negli spostamenti da casa a lavoro, non mette d’accordo tutti.
Due economisti come Tito Boeri e Roberto Perotti, ad esempio, avanzano altri modi per combattere questa piaga: “Ci sono quattro cose da fare se si vuole davvero ridurre il numero di incidenti sul lavoro. Primo, aumentare il numero degli ispettori, ma solo se li mettiamo in condizione di essere più efficaci nei controlli, indirizzandoli verso le aziende dove è più facile riscontrare irregolarità. Attualmente – hanno avuto modo di sottolineare i due economisti – solo due su tre controlli dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro scoprono irregolarità, molto meno dei controlli dell’Inps che trovano fino al 90% di irregolarità. La differenza è dovuta al fatto che l’Inl non ha basi informative adeguate per mandare gli ispettori dove sono più frequenti le violazioni della legge, e mette insieme ispettori con competenze tra di loro molto diverse. Meglio, come in altri Paesi, coordinare i corpi ispettivi specializzati unificando le banche dati piuttosto che privare Inps, Inail e Ministero di ispettori soltanto per spostarli in una nuova amministrazione. Il decreto del governo permette a Inps e Inail di tornare ad assumere ispettori, ma li lascia poi sotto la guida dell’Inl, a sua volta autorizzato ad assumere ispettori. In altre parole riconosce che l’Inl non funziona bene, ma al tempo stesso lo rafforza”.
Seconda cosa da fare: “Adottare un approccio preventivo ponendo come requisito per l’aggiudicazione delle gare d’appalto la regolarità contributiva non solo dell’azienda capofila, ma dell’intera filiera, come previsto dal Durc appalti proposto dall’Inps nel 2016 e poi bloccato dalle associazioni di categoria. Inoltre, utilizzare obbligatoriamente la piattaforma (mo.coa) già costruita all’Inps per registrare tutti i lavoratori coinvolti nell’appalto prima dell’esecuzione dei lavori. Sarebbe anche utile porre come condizione nell’aggiudicazione degli appalti l’applicazione degli standard di sicurezza prima ancora dei livelli salariali dell’azienda capofila a tutte le aziende subappaltatrici”.
Terza cosa da mettere in agenda, sempre per Boeri e Perotti, è “prevedere una maggiore digitalizzazione delle informazioni raccolte nei controlli ispettivi, premessa anche di un rating oggettivo delle imprese di cui tenere conto nell’aggiudicazione degli appalti. Questo rating non può che prendere in considerazione una molteplicità di fattori ed arricchirsi nel tempo sulla base delle informazioni raccolte sulle imprese irregolari e quelle virtuose”.
“La patente a punti prevista, almeno per ora, per il solo settore delle costruzioni – concludono gli economisti – non fa niente di tutto questo. Definisce un algoritmo per legge che non potrà essere aggiornato se non con un’altra legge, e spinge le aziende a sfruttare queste rigide regole per sfuggire alle sanzioni collocandosi appena al di sopra della soglia per poter operare o essere ammessi alle gare d’appalto”.
Anche perché la quarta cosa da fare, secondo Boeri e Perotti, sarebbe “intensificare la lotta al lavoro nero in quanto sommerso e infortuni sono fenomeni tra di loro fortemente intrecciati. Ma purtroppo il Ministero del Lavoro continua a non volere attuare molte delle misure concordate a livello europeo nell’ambito del Pnrr e proposte dal piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso. Tra queste le misure volte a favorire la regolarizzazione degli immigrati, che hanno più di due volte la probabilità di essere coinvolti in incidenti mortali degli italiani. Se vogliamo davvero ridurre le morti bianche non possiamo non occuparci anche di loro”.