
Se anche l’economia vive di sensazioni psicologiche, la stima che conta i disoccupati italiani sotto i 2 milioni può assumere un notevole effetto. A confermarlo, gli ultimi dati sull’occupazione resi pubblici da Istat secondo cui gli attivi sul mercato del lavoro si confermano stabili al 60,9%. Nello specifico, a marzo 2023, rispetto al mese precedente, all’aumento degli occupati, si associa la diminuzione dei disoccupati e la sostanziale stabilità degli inattivi. L’occupazione cresce (+0,1%, pari a +22mila unità) sia per gli uomini che per le donne, ma non nella fascia d’età dei 25-34enni. Per i giovani risulta in calo e per questo motivo si conferma vero e proprio tallone d’Achille dell’economia italiana. C’è poi, un altro problema: quello dei Neet, di coloro i quali non studiano né cercano attivamente un impiego, fenomeno che sembra non riguardare più solo i giovani: il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a febbraio 2023, sempre secondo Istat, diminuisce (-1,1%, pari a -22mila unità) tra gli uomini, le donne e tra chi ha almeno 35 anni. Ma, rispetto a marzo 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,1%, pari a -106mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,2%, pari a -281mila). Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8% (-0,1 punti), ma quello giovanile rimane alto: è al 22,3% (-0,1 punti). Osservando l’altra faccia della medaglia, sempre a marzo 2023, la crescita dell’occupazione rispetto al mese precedente (+22 mila) porta gli occupati a 23milioni 349mila. Il numero è superiore di 297mila unità rispetto a quello di marzo 2022 a seguito dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi e a fronte di una diminuzione dei dipendenti a termine. Su base mensile, infine, il tasso di occupazione e di inattività sono stabili – 60,9% e 33,8% rispettivamente – mentre quello di disoccupazione cala al 7,8%.