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Anche oggi ci saranno quattro morti sul lavoro

Dopo la strage di Firenze, è l'assurda statistica dell'Osservatorio Nazionale morti sul lavoro fondato da Carlo Soricelli, un metalmeccanico in pensione che contesta i dati forniti dall'Inail: "Ridimensionano il fenomeno perchè tengono conto solo dei suoi iscritti. E i figli del nero?"

Quattro morti e ancora uno ufficialmente disperso: è questo il tragico bilancio dell’incidente sul lavoro che venerdì è accaduto a Firenze in un cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga. Prima, a scuotere la coscienza nazionale, era stata quella della scorsa estate lungo la linea ferroviaria Milano – Torino a Brandizzo dove altri cinque operai ci lasciarono la vita. Ma chissà quante altre vittime del lavoro sono passate sotto silenzio in questo periodo.

Statistiche alla mano, anche oggi ci saranno altre 4 vittime sul lavoro. Una strage che, solo nel 2023, ha causato 1.485 caduti. È così da almeno quindici anni, da quando l’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna è stato creato su iniziativa di Carlo Soricelli, un metalmeccanico in pensione nonchè artista (in copertina, una sua opera intitolata proprio ‘Morti bianche’), che nel 2008 ha fondato questo centro studi per ricordare le sette vittime della ThyssenKrupp di Torino morte nel tragico incidente del 6 dicembre 2007 con un monitoraggio permanente da oltre 30 mila ore di lavoro volontario.

Il dramma di Firenze ha riportato i riflettori su questa strage continua, le cui proporzioni però vanno ben oltre i dati ufficiali forniti dall’Inail perché questi ultimi riguardano solo i lavoratori regolari. Per l’istituto, i casi mortali denunciati nel 2023 mostrano una diminuzione del 4,5% rispetto al 2022: sono passati da 1.090 a 1.041 in seguito al calo dei decessi avvenuti mentre si va sul posto di lavoro (da 300 a 242) nonostante l’aumento delle morti sul luogo di lavoro (da 790 a 799). Ma i numeri, come dimostra l’Osservatorio di Soricelli, sono ben altri se si prendono in esame tutti i lavoratori, anche quelli non riconosciuti come tali o magari finiti fuori statistica in quanto “figli del nero”: essi incidono per circa il 35-40% nel conteggio complessivo.

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Soricelli, allora, sono stati ben 1.485 i lavoratori morti nel 2023.

“Per noi, chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro”, si legge, d’altronde, su cadutisullavoro.blogspot.com, il sito dell’Osservatorio. Dove si contestano con forza i rilievi ufficiali che “continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 considerando gli “indici occupazionali”, quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o ha un’assicurazione diversa dall’Inail, la quale diffonde i numeri riferiti solo ai propri morti”.

E quindi: la strage di Firenze ha portato il numero dei lavoratori morti in Italia già a quota 140, che salgono a 181 considerando quelli scomparsi in itinere. In meno di cinquanta giorni, anche in questo 2024 la media continua a fornire il drammatico dato di circa 4 morti al giorno (3,85).

Dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2023, solo in Italia, si contano 21.050 morti bianche, circa la metà (10.474) a causa di infortuni su luogo di lavoro, tutti gli altri in strada o itinere per un conteggio a cui potrebbero essere sfuggite molte altre vittime.

Senza che negli anni siano stati raggiunti obiettivi concreti per garantire maggiore sicurezza sul territorio italiano, la media dei decessi è del tutto simile a quella di quindici anni fa ed è anzi in crescita se si prende in esame il 2023 nonostante i dati forniti dalle istituzioni relativi ai soli lavoratori regolari, a riprova di come la piaga del lavoro nero continui a mettere sempre più a rischio la vita delle persone.

In particolar modo quella degli immigrati, la categoria più fragile con un indice di mortalità più che raddoppiato rispetto ai lavoratori italiani: secondo gli ultimi report dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente elaborati da Vega Engineering di Mestre, si registrano 59,8 morti ogni milione di occupati, rispetto ai 29,1 degli italiani.

Un rischio dettato in particolare modo dal tipo di impiego diffuso tra gli stranieri, sempre più occupati in settori come l’edilizia e l’agricoltura che continuano a essere quelli maggiormente soggetti agli infortuni, anche o soprattutto a causa di una formazione sulla sicurezza troppo spesso non adeguata.

A tal proposito: il 18,4% dei morti tra i lavoratori regolari rientra nella categoria delle costruzioni, il 13,6% del trasporto e magazzinaggio, il 12,6% delle attività manifatturiere, l’8% del commercio all’ingrosso e dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, il 28,4% in settori economici non determinati.

Nel 2023, secondo i dati forniti dall’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro, una sola provincia italiana è riuscita a chiudere l’anno senza registrare alcun morto sul lavoro: è quella di Livorno. I numeri assoluti, invece, riguardano la regione Lombardia come quella più colpita: 123 i morti sul luogo di lavoro che salgono a 185 considerando quelli in itinere. Poi il Veneto con 142, la Campania con 124, la Puglia con 122, Lazio ed Emilia Romagna con 112. Il tutto, mentre la provincia che rileva il peggior rapporto tra morti e numero di abitanti è quella di Rieti (10, uno ogni 15.742).

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Redazione - Articoli pubblicati: 994

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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