Nell’uovo di Pasqua, la Cgil mette quattro referendum. Uno per il lavoro stabile e di qualità, un altro per aumentare salari e pensioni, un terzo per una riforma fiscale e il quarto per difendere e rilanciare il Servizio sanitario nazionale.
L’assemblea generale della Confederazione, a tal proposito, ha deciso di impegnare ogni livello e struttura dell’organizzazione con una mobilitazione, uno sciopero generale e una raccolta firme.
Inoltre, è stato dato il via libera anche alla campagna referendaria in materia di tutela contro i licenziamenti illegittimi, di superamento della precarietà e di sicurezza nel lavoro in appalto.
Quattro sono i quesiti referendari. I primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti (quindi, nel mirino c’è ciò che rimane del Jobs Act di renziana memoria) e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese; il terzo sulla reintroduzione della presenza delle causali per i contratti a termine e il quarto, relativo agli appalti, sulla responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro.
Per quanto riguarda i referendum, dopo la deposizione dei quesiti in Cassazione, i controlli previsti dalle procedure vigenti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, partirà la raccolta firme.
Lavoro, a febbraio 41mila in più con un contratto stabile - Il Mondo del Lavoro