Secondo il Commercial Real Estate Services, su 6,6 miliardi di euro di investimenti immobiliari, nel 2023, in Italia, il comparto uffici ha chiuso attorno a 1,2 miliardi, in calo del ben 74% rispetto al 2022. Colpa dello smart working che, dalla pandemia in poi, nonostante qualche marcia indietro, sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare, a cominciare dal luogo dove lo facciamo.
Il tasso di assorbimento degli spazi lasciati liberi è in leggera flessione a Milano (480 mila metri quadrati, -8% sul 2022) e in crescita a Roma (255 mila metri quadrati, pari a +65%). Ma tant’è: ormai la ristrutturazione degli spazi lavorativi interessa la maggior parte delle imprese. A cominciare dalle banche: Unicredit ha affittato una torre; Deutsche Bank sta mettendo a reddito le “ali”; Bnp Paribas cerca coinquilini.
Se la flessione degli investimenti immobiliari nel 2023, in Europa e in Italia, ha colpito soprattutto il settore degli uffici, quello che emerge, insomma, è un grande “cantiere di lavoro in corso” per adattare gli spazi ai bisogni del lavoro ibrido. È una diretta conseguenza del fatto che, operando almeno due giorni da casa, le scrivanie si svuotano e servono sempre meno metri quadrati.
Nel dettaglio: la Deutsche Bank, dopo la pandemia, dei 37 mila metri quadrati della sede centrale di Milano, vicino all’Università Bicocca, ne ha utilizzati solo circa un terzo. E ora le ha messe in affitto. Unicredit, nell’iconica sede di piazza Gae Aulenti, ha svuotato gli oltre venti piani della Torre B e ha affittato gli spazi ad altre società. Grazie allo smart working, il tasso di presenza negli uffici centrali del gruppo si attesta intorno al 60%. Ancora: la Diamond Tower, la sede italiana di Bnp Paribas, sebbene non sia proprietaria, ha ceduto in locazione due piani dei suoi 27 complessivi. Infine, Intesa Sanpaolo: nonostante nemmeno un anno fa, a giugno 2023, abbia inaugurato a Milano la ‘Scheggia’, un grattacielo per 3 mila dipendenti su una superficie lorda di 26.400 metri quadrati, il gruppo ha avviato un percorso di razionalizzazione delle strutture e, in tutta Italia, ha ridotto di circa 258 mila metri quadrati la superficie strumentale tagliando la rete commerciale della Banca dei territori per quasi 160 mila metri quadrati.
A resistere sono solo le sale riunioni e le aree comuni. Ma, davanti alla necessità di tagliare costi, sprechi e utenze, non è detto che sopravvivano ancora per molto anche loro.