
A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione raggiunge il 78,6% sia tra i laureati di primo livello sia tra quelli di secondo livello. A cinque anni dalla laurea, il tasso di occupazione è del 92,8% per i laureati di primo livello e dell’89,7% per quelli di secondo livello. Lo si evince dall’ultimo rapporto AlmaLaurea presentato ieri a Brescia.
I contratti a tempo indeterminato sono in aumento, rappresentando il 39,5% tra gli occupati di primo livello e il 29,8% tra quelli di secondo livello a un anno dalla laurea. A cinque anni, la quota supera la metà degli occupati, raggiungendo il 73,9% tra i laureati di primo livello e il 54,6% tra quelli di secondo livello.
Le retribuzioni mensili nette a un anno dalla laurea sono in media pari a 1.492 euro per i laureati di primo livello e a 1.488 euro per quelli di secondo livello. A cinque anni, le retribuzioni aumentano rispettivamente a 1.770 euro e 1.847 euro. Tuttavia, oltre il 30% degli occupati ritiene la propria retribuzione poco o per niente adeguata rispetto alla professione e al ruolo ricoperto.
Tra i laureati di secondo livello con cittadinanza italiana, il lavoro all’estero riguarda il 4,1% degli occupati a un anno dalla laurea e il 4,6% a cinque anni. Le retribuzioni medie percepite all’estero sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia. I motivi del trasferimento all’estero sono legati principalmente ad aspetti lavorativi, come offerte di lavoro interessanti o mancanza di opportunità adeguate in Italia.
I laureati manifestano una maggiore selettività nella ricerca del lavoro, attribuendo importanza all’acquisizione di professionalità e alla valorizzazione economica del proprio investimento in istruzione. Questa selettività può influire sulla probabilità di occupazione a un anno dalla laurea.