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Il 10% dei laureati di area scientifica fugge all’estero

Il rapporto AlmaLaurea: fuori dall'Italia, guadagnano quasi il doppio

Ieri è stato presentato l’ultimo rapporto AlmaLaurea. Il primo dato che salta agli occhi è che il 10% dei laureati stem (l’insieme delle materie scientifiche-tecnologiche-ingegneristiche) va a lavorare all’estero per gli stipendi più alti. E non di poco: in Italia, la media è di 1500 euro al mese; all’estero di 2.200.

Sta di fatto che il rapporto evidenzia anche un disallineamento tra le competenze acquisite durante il percorso universitario e le richieste del mercato del lavoro. A un anno dalla laurea, oltre il 30% degli occupati svolge un lavoro per cui il titolo di studio non è formalmente richiesto e non utilizza in misura elevata le competenze apprese.

Questo fenomeno è più marcato tra i laureati di primo livello (39,3%) rispetto a quelli di secondo livello (31,9%). A cinque anni dalla laurea, la percentuale diminuisce ma rimane significativa: 32,5% per i laureati di primo livello e 25,4% per quelli di secondo livello. Le discipline più colpite includono i gruppi letterario-umanistico, arte e design, linguistico, politico-sociale e comunicazione, psicologico ed economico.

L’analisi, poi, mostra che i figli di genitori laureati sono meno soggetti al disallineamento tra studi e lavoro, soprattutto quando conseguono il titolo nello stesso ambito disciplinare dei genitori. Inoltre, le donne tendono a svolgere lavori per cui è richiesto formalmente il titolo di laurea, ma nei quali non si fa un utilizzo elevato delle competenze acquisite durante gli studi.

La scelta del percorso di studio influisce sul rischio di disallineamento. Quando la decisione non è motivata da ragioni culturali o professionalizzanti, aumenta la probabilità di svolgere un lavoro non coerente con il titolo di studio. Alla vigilia della laurea, circa un quarto dei laureati del 2024 si dichiara disposto ad accettare incondizionatamente un lavoro non coerente; il 54,5% lo accetterebbe solo come condizione transitoria, mentre il 21,0% non è disposto ad accettare una proposta non coerente con il titolo conseguito.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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