42 visualizzazioni 1 min 0 Commenti

Part-time e precarietà, i giovani sono i più penalizzati

L'indagine promossa dal Consiglio nazionale dei giovani

Per i giovani italiani c’è più precarietà e part-time rispetto alle altre fasce d’età. Lo si evince dall’indagine promossa dal Consiglio nazionale dei giovani che evidenzia come nel 2024 tra gli under 35 i lavoratori stabili rappresentano il 59,9% del totale, valore ben al di sotto del 73,3% che è il livello medio tra tutte le fasce d’età.

I dipendenti a termine d’età inferiore a 35 anni rappresentano oltre un lavoratore su 3 contro il 22,9% del dato complessivo, e gli stagionali il 6% del totale a fronte del 3,8% mediamente registrato tra tutte le fasce d’età.

Ma non solo: un’altra penalizzazione per i giovani è rappresentata dal maggior ricorso al tempo parziale che ha ricadute negative sulla retribuzione complessiva.

Sono 2,16 milioni i giovani fino a 34 anni dipendenti privati impiegati con contratti a tempo parziale, pari al 38,1% del totale, risultato che scende al 33% tra tutte le fasce d’età.

Quella dei giovani resta una condizione penalizzante, dunque. Anche se in lieve miglioramento rispetto al 2019, quando l’incidenza dei lavoratori a tempo parziale era pari al 41,9%, ma in valori assoluti si registra una crescita di quasi 30 mila unità.

Il part time anche per i giovani coinvolge molto di più le donne, come del resto avviene tra tutte le fasce d’età. Tra i più giovani, le dipendenti part time rappresentano il 49,3% (1,2 milioni di unità su 2,4 milioni), a fronte di un più esiguo 29,7% tra i maschi (959 mila su 3,23 milioni).

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 1

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo