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Nel nuovo pacchetto sicurezza la patente a punti allargata e la norma contro il dumping salariale nei subappalti

L'obiettivo del Governo Meloni è di chiudere l'iter legislativo entro il prossimo primo maggio

Dopo la tragedia nella centrale idroelettrica di Bargi, sul lago artificiale di Suviana di martedì scorso (il bilancio è salito a sette morti), il governo Meloni stringe i tempi per l’approvazione del nuovo pacchetto sicurezza nei luoghi di lavoro. Non solo la commissione creata dai ministri Carlo Nordio e Marina Calderone che, nel giro di un anno, dovrà verificare normative e sentenze sugli incidenti di lavoro per “formulare proposte di intervento” (come abbiamo scritto qui). Ma, sul decreto Pnrr all’esame della Camera, si punta a una stretta con la patente a punti per le imprese, l’aumento dei controlli e l’inasprimento delle sanzioni penali in caso di violazioni in appalti e subappalti.

Già ieri, alla Camera, il dibattito sul provvedimento del governo si è concentrato sulla nuova patente a punti. Questi ultimi (all’inizio ne sono accreditati 30) vengono detratti alle imprese per ogni violazione della sicurezza o per gli incidenti sul lavoro e, se inizialmente è stata proposta da Palazzo Chigi per il solo comparto edile, ora, invece, con tutta probabilità, sarà estesa anche ad altri settori. La maggioranza discute con l’opposizione su come articolare le penalizzazioni per le imprese che possono portare alla sospensione dell’attività.

Ma intanto la Commissione Bilancio ha approvato anche un altro emendamento bipartisan, proposto dal Pd e appoggiato da governo e maggioranza, contro il dumping salariale nei subappalti. Ai lavoratori verrà applicato il trattamento retributivo e normativo “non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”.

“Con la patente a punti sulla sicurezza per le imprese – ha in ogni caso spiegato la ministra Calderone rivolta ai sindacati che ieri hanno scioperato – non facciamo un passo indietro, ma tre avanti. Si parte dall’edilizia, un settore che ha circa 2 milioni di imprese iscritte alle Camere di Commercio, e che anche per gli effetti del Superbonus, ha avuto una crescita esponenziale. Ora, comunque, è previsto che ci sia l’apertura ad altri settori. Ci sarà un decreto”.

Prima, ha detto sempre la ministra dl Lavoro, occorrerà anche organizzare e rafforzare i controlli degli Ispettorati. Ma l’obiettivo è di chiudere l’iter legislativo entro il prossimo primo maggio.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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