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Quante aziende hanno ancora difficoltà ad assumere

L'indagine annuale dell'associazione: il 69,8% delle imprese che stanno cercando personale hanno difficoltà a trovarlo

L’occupazione cresce, +1,4% tra la fine del 2022 e la fine del 2023; crescono i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, ma ci sono ancora ostacoli ad assumere: il 69,8% delle imprese che stanno cercando personale hanno difficoltà a trovarlo. A rilevarlo è Confindustria nella sua indagine annuale.

La quota più elevata è nell’industria, 73,5%, specie nelle grandi. Mancano le competenze tecniche e a segnalare questo deficit è il 69,2% delle aziende; sono scarse anche quelle manuali, per esempio operai e turnisti, (nel 47,9% dei casi a livello nazionale e nel 58,9% nel settore industriale). È al 16,5% la difficoltà a reperire competenze trasversali e all’8,3% per le competenze manageriali.

Ma non è tutto: osservando gli ambiti aziendali, in due terzi dei casi, scarseggiano le competenze legate alla transizione digitale, 66,3% delle imprese, il 32,5% delle imprese denunciano questa carenza nelle competenze legate all’internazionalizzazione e il 15,1% quelle legate alla transizione green.

Dal lavoro di Confindustria, emerge un mondo del lavoro che cambia: il ricorso allo smart working, lavoro agile, dal pre pandemia è quasi quadruplicato, passando dall’8,9% al 32,6%, una modalità più diffusa nei servizi, 38,5%, che nell’industria, 28,2%, anche per la natura stessa dell’attività. Una diffusione legata alla dimensione aziendale: nelle imprese con meno di 15 dipendenti, si assesta al 24,2% per salire al 66,6% in quelle con più di 100 dipendenti. Quanto alla tipologia di lavoratori che lo utilizzano, ha riguardato il 34% dei dipendenti non dirigenti per 2 o 3 giorni alla settimana.

Oltre un quarto delle imprese associate, il 25,2%, inoltre, ai primi mesi del 2024 aveva in essere un contratto aziendale, 33,4% nell’industria, 18,1% nei servizi. Gli accordi sono più diffusi nelle grandi imprese (63% tra quelle con almeno 100 dipendenti; 11,8% sotto i 15 dipendenti). I lavoratori coperti sono quindi il 65,1 complessivamente, di cui il 70,8% nell’industria. Tra le materie regolate dai contratti aziendali, i premi di risultato: oltre il 60%, percentuale che sale all’83,4% tra le imprese oltre i 100 dipendenti.

C’è, infine, il welfare al centro dell’attenzione: lo dimostra il 47,7% dei casi in cui nel contratti aziendali c’è la possibilità di tradurre in welfare il premio di risultato.

 

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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