
La battaglia contro l’inflazione sta cominciando a dare i primi frutti: la retribuzione oraria media tra gennaio-giugno 2024 è cresciuta del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Anche nel secondo trimestre del 2024, come già nei due trimestri precedenti, nel privato la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali è stata più elevata di quella dell’inflazione.
A rilevarlo è l’Istat evidenziando come l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a giugno 2024 segna un aumento dell’1,2% rispetto a maggio e del 3,6% rispetto a giugno 2023.
Ma, nello specifico, dell’aumento tendenziale quale settore ha beneficiato di più? Esso è stato del 4,9% per i dipendenti dell’industria, del 3,7% per quelli dei servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.
Per avere un metro di paragone, a giugno l’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e +1,9% per la componente di fondo.
Sta di fatto che la situazione di partenza dell’Italia continua a penalizzarci: l’Ocse vede nel primo trimestre del 2024 i salari reali del nostro Paese ancora inferiori del 6,9% rispetto a prima della pandemia.
Come dire: la scalata è ancora lunga. Tanto più che l’Istat registra a luglio il clima di fiducia delle imprese ancora in calo: l’indice scende per il quarto mese consecutivo, da 94,5 a 94,2 posizionandosi al di sotto della media degli ultimi 12 mesi.