Stando allo studio “Laureati e lavoro” elaborato da Unioncamere, nel 2023, le imprese italiane di industria e servizi hanno pianificato di assumere oltre 768mila laureati. E l’indirizzo economico si è rilevato come il corso di laurea più richiesto con 223mila contratti programmati nel 2023, seguito dall’insieme degli indirizzi di ingegneria, che arrivano a una richiesta complessiva di 162mila profili.
Richieste figurano anche per insegnamento e formazione (117mila), ambito sanitario e paramedico (62mila) e quello scientifico-matematico-fisico-informatico (56mila). Insomma, le discipline Stem, vale a dire quelle scientifico-tecnologiche, la fanno da padrone. In più, sempre nel 2023, le imprese hanno ricercato oltre 47mila diplomati Its Academy.
Sta di fatto che il mismatch, anche quando si tratta di capitale umano altamente qualificato, resta una zavorra, con le aziende che faticano a trovare quasi un laureato su due, cioè 376mila figure. Per i diplomati Its Academy, poi, la percentuale di difficoltà di reperimento sale al 65 per cento.
Ma per quale motivo? Nel 62,9% dei casi il motivo della difficoltà nella selezione di laureati è dato da un numero ridotto di candidati disponibili, soprattutto quando si ricercano laureati degli indirizzi statistico, sanitario e paramedico, medico e odontoiatrico e chimico-farmaceutico.
Più contenute le difficoltà di reperimento legate al gap di competenze, ovvero collegate alla formazione non adeguata, indicate dalle imprese nel 29,3% dei casi.
“In un caso su 2, ci dicono i dati Excelsior, i laureati ricercati dalle imprese sono difficili da trovare – ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete -. Per molte professioni riferibili alle discipline Stem (in particolare, ingegneri, professioni del mondo della sanità, profili scientifici legati alle nuove tecnologie) le difficoltà addirittura aumentano considerevolmente. Scegliere oggi di studiare queste materie è quindi un investimento sul futuro”.
Tra le professioni introvabili, si evidenziano gli ingegneri elettrotecnici (90,6%), gli ingegneri dell’informazione (80,7%), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74,5%), i farmacisti (73,1%), gli specialisti in terapie mediche (71,4%), i medici generici (70,9%) e i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%).
Prendere un laurea, e prenderla nelle discipline Stem, è quindi oggi un ottimo investimento per il lavoro. Secondo AlmaLaurea, a un anno dal titolo, infatti il tasso di occupazione è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati di secondo livello. A 5 anni dalla laurea i risultati migliorano: lavora il 92,1% dei laureati di primo livello, l’88,7% di quelli di secondo livello.