E’ l’estate degli annunci di lavoro per operai, impiegati, quadri e manager. Dove? Sempre più sul web che, ormai, è diventato il canale privilegiato per pubblicarli, dando il vantaggio di garantire una maggiore trasparenza. “Un fattore – spiega Mario Mezzanzanica, direttore del dipartimento di Statistica dell’Università Bicocca di Milano – che consente di fare avvicinare i candidati giusti, limitando il mismatch e migliorando la capacità di preselezionare l’offerta, che poi può proseguire attraverso i professionisti della ricerca e selezione”.
Mezzanzanica da anni porta avanti un’analisi degli annunci di lavoro del privato pubblicati online.
“Abbiamo costruito un sistema che raccoglie annunci di lavoro in 28 Paesi europei – dice il professore -. Dal 2019 ad oggi ne abbiamo monitorati 400 milioni, attraverso 600 portali selezionati da esperti in termini sia qualitativi che quantitativi. Complessivamente, in Italia, nel 2023 sono stati pubblicati 1,4 milioni di annunci di lavoro, 100mila in più del 2022”.
Una prima considerazione che riguarda l’Italia è che la domanda è molto dinamica e questo è testimoniato dal fatto che gli annunci aumentano in maniera considerevole, per diverse ragioni.
Mezzanzanica osserva che “la domanda cresce perché le aziende usano tutti gli strumenti per poter avere maggiore possibilità di incontrare l’offerta più adeguata alle loro esigenze, anche in considerazione del fatto che il turn over è un fattore strutturale, soprattutto per i giovani, ma anche per le figure più mature. Maggiore stabilità si ha nella fascia tra 35 e 50 anni, mentre nelle fasce prima e dopo il turn over nel mercato del lavoro attuale è molto elevato: questo traspare anche nell’aumento degli annunci”.
Un tempo i giornali, quotidiani, ma anche settimanali, contenevano pagine e pagine di annunci di lavoro che, esclusi i top manager, riguardavano quasi tutti. Ma quel tempo è cominciato a finire, almeno 15 anni fa, quando gli annunci a poco a poco sono migrati sulla rete.
Soffermandoci sui manager, crescono le inserzioni riferite a quelli del terziario, che rappresentano il 3% della domanda online: sono stati circa 38.400 nel 2022 e 40.700 nel 2023, in un anno c’è quindi stato un aumento del 6%.
Ma dove si pubblicano più annunci? La domanda è concentrata prevalentemente nel Nord ovest a cui si riferisce il 46% delle domande, seguito dal Nord est (29%), dal Centro (16%) e da Sud e Isole (9%), con alcuni particolari scostamenti tra le varie figure professionali.
E quali sono le caratteristiche più richieste? “Nelle attività professionali – risponde Mezzanzanica – ci sono la capacità di gestire l’innovazione tecnologica e analizzare i rischi finanziari, nella sanità la skill più rilevante è mettere le persone al centro, così come acquisire competenze informatiche nella gestione dell’informazione e pensare proattivamente”.
Ma ci sono anche le competenze trasversali da prendere in considerazione: quelle più importanti riguardano le relazioni con le persone. Sono state divise in quattro grandi macroaree, se stessi ossia le skill che riguardano la gestione del tempo, delle mansioni e della propria carriera, le persone che si dividono in due gruppi, ovvero le skill orientate all’obiettivo come la capacità di prendere decisioni e risolvere problemi e quelle orientate alle persone, come conoscere e aiutare a lavorare meglio i membri del proprio team. “Le relazioni con le persone sono centrali per alcuni ambiti, come accade, ad esempio, per i dirigenti nei servizi professionali (67%) e delle risorse umane (62%) – afferma Mezzanzanica – Seguono le skill riguardanti la gestione si sé stessi, del proprio tempo e della propria carriera”.