51 visualizzazioni 2 min. 0 Commenti

Oltre un milione di firme contro l’Autonomia differenziata

Depositati gli atti, ora si attende il via libera della Consulta e il voto che dovrà essere fissato tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025

Oltre un milione di firme per dire no all’Autonomia differenziata approvata in Parlamento dal Governo Meloni: ieri mattina, 26 settembre, il Comitato Promotore per il referendum abrogativo della legge Calderoli ne ha depositate per la precisione 1.291.488. Di queste 553.915 sono state apposte per via digitale sull’apposita piattaforma, mentre 737.573 sono state raccolte manualmente ai banchetti sui moduli vidimati.

“La campagna referendaria – ha avuto modo di sottolineare il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale – ha avuto successo soprattutto con le firme raccolte tramite un contatto diretto con le cittadine e i cittadini”. Segno, secondo i promotori, di una partecipazione attiva e non dopata dalle firme sulle piattaforme online.

“Si tratta di un risultato straordinario – continua la nota del Coordinamento – Un risultato superiore a tutte le attese, visti anche i tempi ristretti della raccolta cominciata il 26 luglio 2024. Già il 21 agosto le firme digitali superavano le 500mila. Una prova democratica di grande valore che in primo luogo il governo dovrebbe rispettare. Ora spetta alla Corte Costituzionale giudicare sulla ammissibilità del quesito, così come dovrà pronunciarsi sul ricorso di alcune regioni sulla legittimità costituzionale delle norme contenute nella legge 86/2024. Invece gli esponenti della maggioranza di Governo, con in testa il ministro Calderoli, cercano di sostenere la tesi della inammissibilità in quanto la legge è stata collegata alla legislazione di bilancio. Ma si è trattato di un’operazione puramente strumentale, tanto più che lo stesso Governo ha sempre sostenuto l’invarianza di spesa anche una volta approvata la legge Calderoli”.

E quindi, hanno concluso i promotori del referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata, “il grande risultato raggiunto non deve indurci ad abbassare la guardia. Si tratta di iniziare da subito la campagna di informazione e di propaganda per fare in modo che quando il referendum sarà fissato – una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025, come dice la legge sui referendum – si riesca a raggiungere ilquorum necessario per la sua validitàe a fare prevalere i sì all’abrogazione di una legge che vuole minare nel profondo l’unità del Paese contrariamente a quanto è chiaramente affermato nei principi fondamentali della nostra Costituzione”.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 725

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo