“Lavorare più a lungo è indispensabile. Quando propone la formula di Quota 41 per tutti, il ministro Matteo Salvini non è credibile”: Elsa Fornero, economista ed ex ministra del Lavoro e delle Politiche sociali nel governo Monti, lo chiarisce al quotidiano pugliese “L’Edicola”.
Intervistata dal direttore Ciriaco Viggiano, commenta innanzitutto il recente studio con cui la Cgia di Mestre ha chiarito come, soprattutto in alcune province del Sud come Lecce, si paghino ormai più pensioni che stipendi:
“Una situazione insostenibile – osserva Fornero – frutto di errori del passato che hanno incoraggiato i pensionamenti anticipati. Ecco perché è indispensabile un aumento dell’età pensionabile per salvare il futuro dei nostri figli”.
In questo contesto, lo ius scholae può rafforzare il sistema pensionistico? “È senz’altro utile – aggiunge Fornero – Inserire una certa quota di migranti nel nostro tessuto economico-sociale è indispensabile perché, se integrate, quelle persone sono produttive e rappresentano una risorsa”.
Fornero, infine, non è tenera con Salvini, il ministro che in passato ha più volte contestato la riforma del sistema pensionistico che porta il suo nome e che adesso vorrebbe consentire a tutti i lavoratori italiani di andare in pensione dopo 41 anni di contributi:
“Salvini non è credibile. E, allo stesso modo, non è credibile la storia in base alla quale occorre mandare in pensione gli anziani per far lavorare i giovani. In un Paese con 3mila miliardi di debito, donne, giovani e persone non più giovani ma ancora in buona salute devono lavorare. Chi svolge mansioni usuranti deve andare in pensione prima, ma questo non può essere un diritto generalizzato perché il suo costo ricade sulle generazioni future, come in passato è avvenuto per le baby-pensioni”.
I migranti, una risorsa di cui non possiamo fare a meno - Il Mondo del Lavoro