Secondo gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio Datalab di Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro che aggrega oltre l’85% del settore, il loro ruolo per chi si approccia col mercato del lavoro è sempre più importante.
In base al report, i lavoratori in somministrazione con contratto a tempo indeterminato hanno registrato lo scorso giugno un nuovo picco storico, superando quota 147 mila unità, in crescita del 4% sull’anno precedente. Mentre hanno visto un calo i contratti a tempo determinato (-6,8%).
I contratti a termine sono invece diminuiti del 6%, portando a una riduzione dei lavoratori in somministrazione complessivamente impiegati, a quota 479 mila unità (- 3% sul primo semestre del 2023).
Più modesto è stato invece il calo delle ore lavorate (-1,2%), a indicare che ciascun lavoratore è stato impiegato per un tempo maggiore.
Cresce nel settore la tendenza verso un maggiore utilizzo di profili qualificati e che dunque presentano livelli retributivi più elevati. La retribuzione media è infatti salita dell’1,9%, con una paga oraria media che ha raggiunto quota 13,2 euro (contro i 12,8 euro del periodo gennaio-giugno 2023). Il contesto è quello di un mercato del lavoro incui cresce la difficoltà di trovare competenze, specie in determinati settori, e in cui le aziende devono confrontarsi in misura crescente con il fenomeno del disallineamento tra domanda e offerta.
I risultati dell’Osservatorio Assolavoro evidenziano anche la forte presenza giovanile all’interno del settore: più di un occupato su due in somministrazione ha infatti meno di 35 anni (52,8%). Un dato non trascurabile, data la lentezza con cui il mercato del lavoro italiano riesce ad assorbire il giovane capitale umano.
In crescita i lavoratori stranieri che nel primo semestre 2024 sono arrivati a rappresentare il 31,3% del totale (contro il 30,5% del primo semestre 2023).
I settori vedono una prevalenza di occupati nell’informatica e nei servizi alle imprese (14,5%), con a seguire la Pa, l’istruzione e la sanità (9,3%), l’industria dei metalli (8,8%), il commercio al dettaglio (8,7%) e l’Industria alimentare (5,5%). Circa il 5,4% dei lavoratori in somministrazione è impiegato poi nell’industria meccanica, il 5,1% nei trasporti e il 4,9% nel comparto degli alberghi e dei ristoranti.