Italia Oggi, nello stilare, in collaborazione con la Sapienza di Roma, la classifica della qualità di vita 2023, ha misurato anche gli indicatori concernenti “affari e lavoro” e “reddito e ricchezza”.
Per la prima dimensione, comprendente 8 indicatori sul mercato del lavoro (tasso di occupazione e di disoccupazione distinti per sesso, natività e mortalità aziendale, importo dei protesti per abitante e densità di startup e pmi innovative), a piazzarsi in testa sono Bolzano e Bologna.
A seguire, Cuneo, Trento e Belluno. Tra le 32 province comprese nel gruppo di testa, nove appartengono al nord-ovest (un anno fa erano 12): due in Piemonte (Cuneo e Biella); la provincia di Aosta in 15esima posizione; 6 delle 12 province lombarde, contro le 7 della passata edizione (nell’ordine, Milano, Monza, Mantova, Bergamo, Brescia e Varese) mentre Genova esce dal gruppo delle posizioni di testa. Nelle prime posizioni, si assottiglia la presenza di province del nord-est: 16, tre in meno rispetto a un anno fa. Il che conferma la tendenza già rilevata nelle province di nord-ovest.
Tra le posizioni di testa figurano le due province del Trentino-Alto Adige, tutte le province venete ad eccezione di Rovigo; Pordenone e Trieste per il Friuli-Venezia Giulia.
Trova una ulteriore conferma la rilevante presenza dell’Emilia Romagna, con 6 delle 9 province: nell’ordine, Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna, Reggio Emilia e Parma. Anche la Toscana conferma la sua presenza nelle posizioni di testa, dove figura con 6 province, due in più rispetto alla passata edizione, nell’ordine Firenze, Siena, Grosseto, Arezzo, Prato e Lucca. Sempre per il centro-Italia si piazza nel gruppo di testa la provincia marchigiana di Pesaro e Urbino, contro le due della passata edizione.
Si conferma anche l’emorragia di province dell’Italia meridionale e insulare, che quest’anno sono rappresentate dalla sola provincia di Teramo, contro le due del 2022 e le 3 del 2021. Si collocano in fondo alla classifica tutte le province campane ad eccezione di Benevento; tre province pugliesi (Lecce, Taranto e Foggia); le 5 province calabresi; tutte le province siciliane ad eccezione di Ragusa. A chiudere la classifica, come nelle quattro passate edizioni, Crotone.
Per quanto riguarda la classica “reddito e ricchezza”, si comprende il reddito medio annuo pro capite, il reddito medio annuo pro capite dei lavoratori dipendenti, l’importo medio annuale dei trattamenti pensionistici, la ricchezza patrimoniale pro capite e, nella sottodimensione negativa, la variazione dei prezzi al consumo, i valori immobiliari, l’incidenza delle sofferenze bancarie per i prestiti alle famiglie e l’incidenza dei trattamenti pensionistici di modesta entità sul totale dei trattamenti erogati.
Milano conferma il primo piazzamento già ottenuto nelle tre passate edizioni. A seguire, nel gruppo di testa, troviamo Trieste, Bologna, Aosta e Monza e della Brianza. Le 33 posizioni di testa comprendono quasi esclusivamente province dell’Italia settentrionale. L’Italia centrale è rappresentata dall’unica provincia toscana di Firenze. Quanto alle 22 province censite nel gruppo di coda, viceversa, sono esclusivamente dislocate nell’Italia meridionale e insulare: un risultato che conferma quello già ottenuto nelle passate edizioni dell’indagine. Tra di esse, figurano Benevento, Napoli e Caserta in Campania; 5 delle 6 province pugliesi, ad eccezione di Bari; le 5 province calabresi; tutte le province/città metropolitane siciliane. Anche qui, chiude la classifica, come nelle quattro passate edizioni, la provincia di Crotone