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Def. Semaforo verde dal Cdm: tagli al cuneo fiscale per 3 mld

L'obiettivo di Palazzo Chigi è quello di tutelare le famiglie a medio reddito di fronte a una inflazione che fa ancora temere tempi bui. L'allarme del Fondo Monetario

Via libera al Def, il documento di economia e finanza. Il provvedimento che imposta le scelte di politica economica è stato vagliato in consiglio dei ministri dall’esecutivo di Giorgia Meloni mettendo nero su bianco un taglio al cuneo fiscale a favore dei dipendenti con redditi medio-bassi. Si punta a utilizzare 3 miliardi per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, soldi che saranno a carico del deficit statale che raggiungerà in tal modo il 4,5%.
La priorità – è stato spiegato – è quella di dare respiro alle famiglie con un Pil che nel 2023 si prevede all’1% e con un quadro generale ancora non del tutto affidabile, visto che il Fmi avverte che la situazione italiana dopo la pandemia e le conseguenze della guerra in Ucraina può ancora considerarsi fragile. Sta di fatto che l’obiettivo che si pone Palazzo Chigi in vista della manovra è quello di varare un provvedimento che combatta l’inflazione, e quindi per questo a favore dei nuclei familiari più esposti all’aumento dei prezzi.
Nello specifico, la legge di bilancio per il 2023 ha previsto un taglio dei contributi previdenziali di 2 punti per i dipendenti con reddito annuale fino a 35mila euro e di un ulteriore punto per coloro i quali si fermano alla soglia dei 20 mila.
Ma quando saranno messe in campo le nuove regole? I dettagli dell’operazione sono ancora in divenire, ma una prima ipotesi indica già il periodo maggio-giugno come quello adatto a dare il via all’operazione. Naturalmente, toccherà poi alla prossima legge di bilancio trovare le risorse per confermare il taglio del cuneo anche per il 2024. Ma il risultato che si vuole ottenere subito, assieme a quello di costruire una protezione anti-inflazionistica per le famiglie più esposte, è anche quello di andare incontro alle aziende che, in vista dei rinnovi contrattuali, non dovrebbero affrontare un aumento del costo del lavoro.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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