Ci sono lavori che nessuno vuole fare. Uno di questi sembra proprio essere quello del camionista. L’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre stima che in Italia siano almeno 22mila in meno sul mercato del lavoro. Ma questo non è solo un problema italiano. In tutta Europa trovare autisti da mettere alla guida di un Tir è diventata un’impresa quasi proibitiva.
Perché? Stress, impegno fisico e orario di lavoro che si distribuisce lungo la gran parte della giornata hanno reso questa professione meno attrattiva di un tempo. Non solo, permane ancora una forte barriera all’ingresso: per mettersi alla guida di un Tir è necessario, per legge, conseguire la patente di guida professionale (CQC) che ha un costo di migliaia e migliaia di euro. Il che scoraggia, in particolare, i giovani a intraprendere questo mestiere.
A fronte di questa criticità, non sono poche le aziende di autotrasporto che da qualche anno si stanno facendo carico di questo costo per facilitare le assunzioni. Ma, nonostante ciò, trovare camionisti è diventato sempre più difficile.
Secondo la Cgia, con meno camionisti, perché molti andranno in pensione e solo una piccola parte sarà sostituita dalle nuove generazioni, si corre il rischio che fra meno di un decennio il settore non sia più in grado di soddisfare interamente le richieste di trasporto merci avanzate dai committenti.
Sta di fatto che gli autisti mancano non solo sui Tir: qualche segnale preoccupante arriva nche dal trasporto pubblico locale, dove la loro mancanza sta facendo diminuire in misura preoccupante l’offerta di bus, tram e metro con gravi disagi per i turisti e i pendolari.
