
Dopo l’esito del referendum, da cosa ricomincia il Governo Meloni sul fronte del lavoro? La nuova frontiera è un patto per il lavoro, che “deve essere dignitoso, regolare e sicuro”. Lo ha detto la ministra del Lavoro, Marina Calderone in una intervista a Agorà su Rai3.
“Partiamo da un confronto con le parti sociali sulla sicurezza del lavoro”, ha spiegato la ministra.
“Pensiamo a un patto in cui si parli di contratti, di nuove forme di lavoro legate alla tecnologia, di sostegni a imprese e lavoratori, di contrattazione”.
Così, la prima mossa post-referendum è presto detta: la ministra ha convocato le parti sociali sulla sicurezza per venerdì 13 giugno.
“Riusciremo ad alzare i salari – ha comunque preannunciato – quando riusciremo a mettere insieme un altro tema che è quello della produttività.
Dobbiamo lavorare per alzare la produttività. Lavoriamo per sostenere la partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali. Dobbiamo lavorare sulla fiscalità di vantaggio”.
Calderone, inoltre, ha spiegato che oggi “abbiamo i dati migliori di sempre sia per numero di occupati, più di 24 milioni, sia per il tasso di disoccupazione che è in media europea. In alcuni mesi – ha sottolineato – il nostro mercato del lavoro performa meglio dell’Europa. Ma bisogna tenere conto anche di altri fattori: dei giovani che non si formano, non lavorano e non studiano, ad esempio. Anche se il dato si sta riducendo. Dobbiamo lavorare soprattutto per colmare il mismach tra domanda e offerta di lavoro. I lavori ci sono, i posti ci sono, dobbiamo trovare i lavoratori”.