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Occupazione femminile, ecco ciò che sta facendo il Governo

La ministra al Lavoro Calderone: "Abbiamo ereditato un gap importante, ma i dati ora sono in miglioramento anche al Sud"

A fronte del nuovo record di occupati (62,8%), l’Italia deve fare i conti ancora con un dato molto negativo del mondo del lavoro: solo poco più della metà delle donne italiane lavora. Siamo sotto di 13 punti dalla media Ue e dalla Francia, di 20 rispetto alla Germania. Cosa non funziona? A questa domanda, nei giorni scorsi, ha risposto la ministra del Lavoro Marina Calderone con un’intervista concessa a Repubblica: “Abbiamo ereditato un gap importante che stiamo colmando: i dati ci stanno premiando, ma chiaramente c’è ancora tanto da fare, specie al Sud. Il ritardo di ben 20 punti della partecipazione al lavoro delle donne del Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia rappresenta un fenomeno grave che dobbiamo affrontare attraverso una strategia complessiva, anche se, dal 2019, si contano nel Mezzogiorno 146mila occupate in più. Solo nell’ultimo anno, sono state 90 mila in più le donne al lavoro al Sud”.

Alla ministra Calderone, in ogni caso, è stato fatto presente che il 70% delle nuove occupate è over 50. Possiamo considerare la stretta pensionistica del governo Meloni una politica attiva del lavoro?

“Oggi ci sono nuove tendenze nel mondo del lavoro. Le competenze sono sempre più richieste dalle aziende e l’esperienza è un valore aggiunto. Le politiche di invecchiamento attivo sono un grande tema del futuro e il calo demografico renderà sempre più difficile l’auspicabile turn over”.

Con Repubblica, poi, la rappresentante del Governo Meloni ha aperto anche il capitolo pensioni: E’ stata una buona idea irrigidire Opzione donna?

“Al momento, non è previsto alcun tavolo sulla riforma delle pensioni. Ma anche senza un preciso calendario di convocazioni, su questi temi la disponibilità al confronto e al dialogo con le parti sociali c’è sempre”

Ultimo tema, ineludibile: il gender pay gap: “La stratificazione culturale – ha spiegato la ministra Calderone – ha una forza tale che servirà tempo per superarla. La differenza salariale uomo-donna è una questione europea e occidentale che dobbiamo affrontare con sensibilizzazione, incentivi e controlli. E’ quello che stiamo facendo e i dati ci premiano: nel 2024, l’occupazione femminile ha corso più di quella maschile. E ha avuto un incremento netto lo scorso anno di 227 mila lavoratrici su 143 mila nuovi occupati”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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