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La battaglia Musk-sindacati negli Usa prenota un posto nella storia

Il magnate braccio destro di Trump ha mandato una mail in cui chiedeva ai dipendenti federali cosa avessero fatto in una settimana. Ma le organizzazioni dei lavoratori già l'hanno denunciato in tribunale

Negli Usa è destinata a entrare nella storia la battaglia che sta prendendo piede tra Musk e i sindacati. Il tycoon braccio destro di Trump manda un’email in cui dice che i dipendenti federali “fannulloni” avranno trenta minuti di tempo per fare gli scatoloni e lasciare l’ufficio per sempre? Un gruppo di sindacati americani gli ha già fatto causa presso un tribunale della California per un’altra email inviata ai dipartimenti e alle agenzie del governo. Quella in cui chiedeva di spiegare i compiti svolti altrimenti sarebbero stati licenziati.

I vertici di Fbi, Pentagono e delle agenzie di intelligence hanno ordinato ai loro dipendenti di non rispondere al miliardario, mentre il dipartimento dei Trasporti ha invece chiesto di descrivere le loro attività. I sindacati hanno chiesto l’intervento d’emergenza del giudice federale William Alsup, nominato da Bill Clinton, nel distretto settentrionale dello Stato.

Musk aveva lanciato su X il 22 febbraio un vero e proprio ultimatum ai dipendenti federali chiedendo loro di spiegare cosa avessero fatto nell’ultima settimana: una mancata risposta sarebbe stata considerata al pari delle dimissioni.

Ma Patel, il direttore dell’Fbi, ha frenato: “Il personale dell’Fbi potrebbe aver ricevuto un’email dall’Ufficio per le risorse umane (Opm). L’Fbi, attraverso l’ufficio del suo direttore, è incaricata di tutti i nostri processi di revisione, che condurrà secondo le procedure dell’Fbi. Quando e se fossero necessarie ulteriori informazioni, coordineremo la risposta”, ha spiegato ancora Patel, “per il momento, per favore, sospendete ogni risposta”.

Il chiarimento del direttore dell’Fbi anticipa le possibili contestazioni preannunciate dall’American Federation of Government Employees (AFGE): il più grande sindacato dei dipendenti federali dopo la boutade del tycoon aveva infatti promesso di combattere qualsiasi licenziamento illegittimo.

In una dichiarazione, il presidente nazionale Everett Kelley ha criticato Musk e l’amministrazione Trump, affermando che l’iniziativa mostra “il loro totale disprezzo per i dipendenti federali e i servizi essenziali che forniscono al popolo americano”.

“È crudele e irrispettoso nei confronti di centinaia di migliaia di veterani che indossano la loro seconda uniforme nel servizio civile essere costretti a giustificare i propri doveri lavorativi a questo miliardario fuori dal mondo, privilegiato e non eletto che non ha mai svolto una sola ora di onesto servizio pubblico in vita sua”, ha affermato.

Secondo una copia dell’e-mail fornita all’AFP, ai dipendenti federali era stato chiesto di inviare “circa 5 punti elenco di ciò che avete realizzato la scorsa settimana”. L’e-mail proveniva dall’Office of Personnel Management (OPM) degli Stati Uniti, con l’oggetto “Cosa hai fatto la scorsa settimana?”.

La risposta, evidentemente, non poteva essere “ho iniziato una guerra con l’amministrazione Trump”.

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Redazione - Articoli pubblicati: 971

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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