Anche l’ultimo Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro, conferma che resta elevatissima la percentuale di ingressi considerati “difficili” dagli imprenditori. Ormai, siamo al 47,8%: una percentuale in linea con i valori dei primi mesi di quest’anno ma addirittura in crescita di 2,6 punti sull’anno.
Un dato preoccupante se si pensa che il cosiddetto mismatch, nel 2023, è già costato alle aziende una perdita di valore aggiunto di quasi 44 miliardi di euro. E che nemmeno il futuro meno prossimo si preannuncia roseo dato che la formazione rimane un buco nero nel mondo del lavoro italiano (lo abbiamo sottolineato qui).
Ma quali sono le figure di più difficile reperimento evidenziate dal Borsino delle professioni del Sistema Informativo Excelsior diffuso ieri? In cima alla classifica ci sono gli ingegneri (62,5% di difficile reperimento), gli analisti e gli specialisti nella progettazione di applicazioni (55,7%). Quindi, i tecnici in campo ingegneristico (70,0%) e quelli della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (66,2%). In seguono, ci sono gli addetti agli sportelli (51,7%) e, nell’ambito delle professioni qualificate nei servizi, quelle nei servizi sanitari e sociali (55,3%) e per la cura estetica (55,1%).
Spesso, poi, sono introvabili anche i fabbri costruttori di utensili (78,9%), gli operai specializzati del tessile-abbigliamento (70,9%) e gli operai alle macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (60,4%).
Anche per questo, quindi, è da sottolineare la rilevante domanda di lavoratori immigrati: circa 88 mila assunzioni previste nel mese di aprile, pari al 19,8% del totale. I settori economici che hanno maggiore necessità di manodopera straniera sono quelli dei servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 34,4% delle assunzioni), servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (30,3%), costruzioni (28,6%), metallurgia (21,2%) e legno-arredo (20,1%).
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