47 visualizzazioni 2 min 0 Commenti

Nel distretto tessile di Prato una strada intitolata a Luana D’Orazio, simbolo delle morti sul lavoro

Nel 2021 fu risucchiata da una macchina: aveva solo 22 anni e per 980 euro al mese, lavorava senza alcuna protezione

Il distretto tessile di Prato, dove il 3 maggio 2021 morì in seguito a un terribile incidente sul lavoro Luana D’Orazio, una operaia di appena 22 anni, avrà una strada a suo nome. E’ quasi un unicum in Italia, anche se la morte di Luana fece particolarmente scalpore in quanto fu stritolata da una macchina che, con lei dentro, fece almeno quattro giri completi.

Simone Calamia, il sindaco del suo Comune, Montemurlo, ha proposto due strade per la ragazza che andava a lavorare per 980 euro al mese. Alla fine, si è scelto quella più centrale e la cerimonia di intitolazione sarà prossima anche se non sono trascorsi dieci anni dalla morte della persona a cui viene intitolata:

“Quel giorno – ha spiegato il primo cittadino a Repubblica – noi daremo un segnale ben preciso: che bisogna continuare a lottare per la sicurezza sul lavoro. E faremo anche una targa per spiegare la storia di Luana, anche il suo nome è diventato già un po’ il simbolo delle morti bianche, tant’è che l’ha ricordato anche il Presidente Mattarella”.

La morte di Luana avvenne, paradossalmente, in un giorno di festa per Montemurlo: era il giorno dei festeggiamenti patronali. Ma Luana è rimasta nei pensieri e nel cuore di tutti, nel suo Comune come a Prato, nel distretto che conta 711 industrie tra tessiture, lanifici, confezioni e altre lavorazioni di stoffe e pellami sebbene molte altre siano andate vie e siano arrivati i cinesi delle produzioni low cost.

“Ora, la strada che sarà dedicata a Luana è quella che percorrono i camion che vanno nelle fabbriche – ha osservato la mamma, Emma – Forse farà riflettere anche i padroni: è ora di dire basta con la strage continua delle morti sul lavoro”.

Per la cronaca, i due titolari della ditta dove lavorava Luana hanno già patteggiato due anni di reclusione l’uno e un anno e sei mesi l’altro. E’ ancora a giudizio, invece, il manutentore accusato di omicidio colposo ma anche di “rimozione dolosa di cautele antinfortunistiche”: le protezioni meccaniche ed elettroniche, disattivate per sveltire il lavoro, e che Luana manco sapeva che esistessero.

Avatar photo
Redazione - Articoli pubblicati: 971

Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

Twitter
Facebook
Linkedin
Scrivi un commento all'articolo