
Prima ancora che si esprima la politica, sul salario minimo è intervenuta la magistratura. Lo ha fatto, nello specifico, ieri, con una sentenza della Cassazione. Cosa hanno stabilito i cosiddetti “ermellini”? In pratica, che il cosiddetto salario minimo possa essere fissato dal giudice in modo che sia proporzionale e sufficiente a garantire gli standard minimi di legge.
In altre parole, deve garantire la possibilità di “vivere una vita a misura d’uomo”.
Il pronunciamento è scaturito dal ricorso di un vigilante di Torino che chiedeva un adeguamento del suo salario ritenuto troppo basso sebbene fosse regolato da un contratto nazionale. Ebbene: lo stipendio, scrive la Cassazione nella sentenza, deve tenere conto dell’articolo 36 della Costituzione secondo il quale il lavoratore ha “il diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Sta di fatto che, nella sua sentenza, la Cassazione non richiama solo la Costituzione, ma anche la direttiva europea del 2022 che raccomanda (quindi, non impone) l’introduzione di un salario minimo. “Si parla notoriamente di ‘lavoro povero’, ovvero di ‘povertà nonostante il lavoro’ – si legge sempre nella sentenza – principalmente dovuto alla concorrenza salariale al ribasso innescata in particolare dalla molteplicità dei contratti all’interno della stessa contrattazione collettiva la quale, pur necessaria, quale espressione della libertà sindacale e per la tutela dei diritti collettivi dei lavoratori, può entrare in tensione con il principio dell’articolo 36 della Costituzione”.
Come dire: secondo i giudici della Cassazione, un contratto nazionale di lavoro non fa più vangelo se ad esso corrisponde una busta paga troppo misera. Di conseguenza, il lavoratore che fa causa all’azienda ha diritto a vedersi riconosciuto un trattamento più adeguato.
La sentenza, in ogni caso, è stata commentata dalla ministra del Lavoro Marina Calderone con queste parole: “Il salario minimo per legge dimentica la contrattazione che ha dato luogo a una stagione importante di rinnovi. Certo, però, ora bisogna anche tenere conto dei giudici quando dicono che la contrattazione da sola non basta. Ma questo è il lavoro che farà il Cnel”.
Il Cnel affossa il salario minimo