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Economia a doppia velocità: frena il Pil ma la disoccupazione è ai livelli minimi dal 2009

I dati Istat: l'ultimo trimestre ha fatto registrare una crescita minore dello 0,3%, ma la quota di chi non trova un lavoro è al 7,4%

E’ una economia a doppia velocità quella che fotografa l’Istat: mentre c’è una battuta d’arresto del Pil (-0,3%) riferito al secondo trimestre del 2023, dal mercato del lavoro arrivano segnali positivi. Giugno, infatti, ha fatto segnare una accelerazione con 82 mila occupati in più rispetto a maggio. In generale, quindi, la disoccupazione arriva al 7,4%: un dato che significa che è ai minimi dal 2009. Aumentano anche i contratti a tempo indeterminato e diminuiscono gli inattivi.

“Una possibile interpretazione di questi due dati apparentemente contrapposti – sottolinea l’ufficio studi di Confcommercio – potrebbe individuarsi nel fatto che le imprese, sulla scorta di un primo trimestre particolarmente positivo e di un sentiment a medio termine favorevole, abbiano programmato di espandere i livelli occupazionali soprattutto nei comparti dei servizi, il cui valore aggiunto ha registrato un lieve aumento nel periodo aprile-giugno”.

Sta di fatto che tutto il quadro d’assieme del mondo del lavoro è incoraggiante perché la crescita procede senza sosta da ben sette trimestri, con un aumento del numero dei contratti, ma anche della loro qualità. Si registra, infatti, un segno più davanti al numero dei posti a tempo indeterminato (+70mila nell’ultimo mese e +395mila rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e, come accennato, il minimo fatto segnare dal tasso di disoccupazione con il 7,4%: per tornare a livelli così bassi, bisogna tornare al gennaio 2009, prima dell’esplosione della crisi dei debiti sovrani.

Inoltre, scende anche il numero dei cosiddetti inattivi: -280mila nel corso dell’ultimo anno e -43mila soltanto se ci si riferisce a giugno. Con il tasso di occupazione al livello record (sebbene ultimo in Europa) del 61,5%, lavorano di più sia gli uomini (+52mila) che le donne (+30mila) caratterizzando tutte le fasce d’età.

L’unico segno meno riguarda l’occupazione dei cosiddetti indipendenti: lavoratori autonomi, partite Iva e imprenditori scendono su base mensile di 14mila unità, ma si mantengono in rialzo di 31mila su base annuale.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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