Davvero non si può più sostenere che con la cultura non si mangia: secondo le stime di Morgan Stanley, l’ultimo tour di Taylor Swift impatterà sul Pil statunitense dell’1,5% e il discorso si pone a maggior ragione per l’Italia, dove bellezza e genio rappresentano aspetti peculiari dell’identità nazionale.
Stando al rapporto annuale di Fondazione Symbola Io sono Cultura, stiamo parlando di una filiera in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che cresce sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) che dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale). La complessità del sistema culturale e creativo italiano è evidente nel vasto numero di imprese coinvolte: oltre 284mila aziende, +3,1% rispetto al 2022, insieme a più di 33mila organizzazioni non-profit.
In prospettiva le industrie culturali e creative avranno un ruolo cruciale nella ripresa economica e sociale del Paese. Fungendo, al di là dell’apporto diretto, anche da motori di innovazione in grado di influenzare positivamente altri comparti, come il turismo e la manifattura.
Se si considerano anche gli effetti indiretti e l’indotto generato da questi settori, il valore complessivo arriva a sfiorare i 297 miliardi di euro, una cifra che testimonia l’importanza strategica per l’avanzamento del Paese.
Tra gli aspetti più interessanti dalle analisi di Io sono Cultura è la rilevanza dei settori digitali. Software e videogiochi, ad esempio, hanno prodotto un valore aggiunto di 16,7 miliardi di euro, pari al 16% dell’intero sistema, con un aumento del 10,5% rispetto al 2022. E la stessa occupazione migliora significativamente, con oltre 16mila nuovi posti di lavoro.
Seconda articolazione per peso risulta quella dell’editoria e la stampa che contribuisce con 11,5 miliardi di euro e impiega più di 196mila persone. Una espansione notevole stanno registrando le attività di architettura e design, con un valore aggiunto di 8,6 miliardi di euro (+6,6%). E il campo della valorizzazione del patrimonio storico-artistico fa la sua parte nel recuperare terreno dopo le perdite causate dalla pandemia: l’occupazione nel comparto è aumentata del 6,9%, dimostrando la forza delle istituzioni culturali italiane.
Dal punto di vista territoriale il Mezzogiorno mostra un tasso di crescita superiore alla media nazionale. In particolare, Calabria e Sardegna sono le Regioni che hanno registrato incrementi significativi.