
Ieri, la premier Giorgia Meloni è tornata a twittare commentando in maniera entusiasta gli ultimi dati Istat sull’occupazione. Su una foto che la ritraeva bella soddisfatta, si leggeva +523mila occupati in un anno, tasso di disoccupazione ai minimi dal 2009.
Ma è tutt’oro ciò che si vuole far luccicare? In realtà, è vero che, dopo la frenata di luglio, il mercato del lavoro è tornato a crescere ad agosto (+59mila contratti) e che esso è aumentato sull’anno di 523mila unità. Ma lo ha fatto soprattutto con i contratti a tempo determinato.
In generale, il tasso di occupazione è risalito al 61,5%, il valore più elevato di sempre (che però non è sufficiente a non farci essere l’ultimo Paese in Europa assieme alla Grecia).
Ad agosto, però, come accennavamo, i nuovi occupati sono stati per la maggior parte (39mila su 59mila) a tempo determinato, a testimonianza del persistere di un clima di incertezza dovuto al rallentamento economico. Contratti a tempo indeterminato e autonomi sono in aumento entrambi di 10mila unità.
Nel confronto tendenziale (agosto 2022 su agosto 2023), gli occupati stabili sono cresciuti di ben 550mila persone (hanno quindi determinato l’intera crescita occupazionale annua) mentre gli addetti a termine sono calati di 74mila unità (gli autonomi sono invece saliti di 48mila).
Da marzo 2023, il numero di occupati è stabilmente sopra i 23 milioni (ora siamo al massimo, con 23 milioni e 593 mila lavoratori). E c’è da dire, inoltre, che, tra le buone notizie, spunta anche quella dell’occupazione femminile: in valori assoluti, ha sfiorato la soglia psicologica dei 10 milioni di donne occupate (si è comunque raggiunto il record di 9.975.000 occupate). Questo, anche se rimane ampio il divario con gli uomini (sono occupati in 13.618.00) e il 42,7% delle donne rimane inattivo. In ogni caso, i disoccupati, sul mese, sono scesi di 62mila unità (-185mila sull’anno) e il tasso di disoccupazione ad agosto si è attestato al 7,3%, ai minimi da oltre 14 anni come sottolineato dal tweet della premier. Non bisogna dimenticare, però, che nell’area euro il tasso di disoccupazione è più basso (6,4%).
E i giovani? La loro situazione rimane in chiaroscuro. Il tasso di disoccupazione tra gli under 25 si attesta al 22% (in Germania, la prima della classe grazie anche al sistema di formazione duale, è al 5,7%). Negli ultimi 5 mesi, infine, il tasso di occupazione della fascia 25-34 anni è tornato a diminuire lentamente, mentre quello tra i 50 e i 64 anni è tornato a salire.