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Perché la Cgil si occupa della pace nel mondo? Landini attacca il riarmo (e il Jobs Act)

Il segretario: "La guerra taglierà lo stato sociale mentre l'insicurezza è prodotta da provvedimenti finti. I salari? Noi l'abbiamo detto per primi che crollavano"

Anche lo scorso weekend la Cgil di Maurizio Landini ha organizzato una manifestazione a favore della pace. E molti si sono chiesti perché un’organizzazione di lavoratori si occupa di un tema così prettamente politico anziché sindacale. La risposta l’ha data nei giorni scorsi lo stesso Landini attraverso le pagine di Repubblica.

“La Cgil da sempre è schierata per il lavoro, la pace, la democrazia e la difesa dello stato sociale. Servono politiche europee comuni su difesa, economia, fisco, politiche industriali, tutela dell’occupazione. Perché la guerra poi la pagano i lavoratori e i cittadini. Ecco perché abbiamo coinvolto anche i sindaci alla nostra iniziativa. Perché temiamo, come loro, che il riarmo tagli la spesa sociale e i servizi . Per noi è inaccettabile. La sicurezza non la fanno le armi, ma il lavoro e i diritti. Soprattutto senza un disegno di difesa comune a livello europeo”.

Sta di fatto che Valentina Conte di Repubblica ha chiesto al segretario della Cgil anche di un’altra guerra: quella che miete in media 3 vittime al giorno sui luoghi di lavoro. Perché si continua a morire sul lavoro? Risposta: “Per il modello di fare impresa fondato sulla precarietà e sull’insicurezza. I provvedimenti del Governo Meloni sono finti. Non si investe né in formazione né nei controlli. Siamo all’assurdo che un’azienda viene avvista dieci giorni prima di essere ispezionata. E intanto la strage continua”.

Possibile che un tema così forte tenga ancora separati Cgil, Cisl e Uil nei comizi del Primo Maggio?

“Abbiamo scelto di andare nei luoghi dove ci sono stati morti e infortuni. Pierpaolo Bombardieri sarà a Prato, dove è morta Luana. Daniela Fumarola vicino Palermo, a Casteldaccia, luogo della strage degli operai dell’impianto fognario. Io a Roma per ricordare che l’anno scorso solo nel Lazio ci sono stati 100 morti. Non è una scelta di divisione. Ma per richiamare la responsabilità di tutti: territori, istituzioni, imprese”.

Con il quotidiano diretto da Mario Orfeo, poi, Landini ha dovuto toccare anche il tema del crollo dei salari italiani. Il sindacato dov’era in questi anni?

“Noi lanciamo l’allarme dei salari da quando in questo Paese sono state fatte delle leggi balorde per affermare un preciso modello di economia basato su precarietà, bassi salari e sfruttamento. Si pensava che così avremmo attirato frotte di multinazionali. Invece le imprese hanno smesso di innovare. i giovani sono emigrati. L’Italia si è indebolita. Dov’era il sindacato? Sempre qui. Ma non in Parlamento a fare le leggi. Per questo chiediamo agli italiani di votare i nostri referendum”.

Come dire: il nemico è il Jobs Act.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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