
Sul dramma dei salari italiani che dal 2008 hanno perso quasi il 9% di potere d’acquisto, è intervenuta anche la sociologa Chiara Saraceno sottolineando come non solo i salari, ma anche i redditi di varia fonte delle famiglie italiane non riescono a tenere il passo dell’inflazione che brucia ogni piccolo miglioramento nominale.
Così, ha avuto modo di rimarcare la Saraceno su La Stampa, le diseguaglianze aumentano. Lo si evince anche dall’indagine europea su redditi e condizioni di vita.
“Rispetto al 2007, anno precedente la grande crisi finanziaria – ha spiegato Saraceno – Istat stima che in termini reali le famiglie abbiano perso in media l’8,7%, una perdita che tuttavia è diversamente distribuita a seconda della fonte di reddito principale e dell’area territoriale. E’ stata particolarmente intensa, il doppio (17,5%) per le famiglie la cui fonte di reddito principale è il lavoro autonomo , seguite da quelle con fonte di reddito principale il lavoro dipendente, che hanno perso l’11%”.
Viceversa, ha rivelato sempre Chiara Saraceno, le famiglie il cui reddito è costituito principalmente da pensioni e trasferimenti pubblici registrano un incremento pari al 5,5%. Nello stesso arco di tempo, la perdita è stata maggiore, rispettivamente del 13,2% e dell’11% nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno, minore nel Nord-Est e soprattutto Nord-Ovest, dove è stata rispettivamente del 7,3% e del 4,4%.
Nel periodo più recente, tuttavia, tra il 2022 e il 2023, a livello territoriale, il trend di perdita, che pure è continuato, ha colpito di più il Nord-Est, dove i redditi reali sono scesi del 4,6% in un anno, seguito dal Centro con una perdita del 2%, mentre nel Mezzogiorno la perdita è stata inferiore a un punto percentuale. Viceversa, nel Nord-Ovest, si è registrato un piccolissimo miglioramento.
Accanto ai redditi da lavoro autonomo, a perdere di più nel 2023 sono stati i redditi derivanti da trasferimenti pubblici, a causa della riduzione delle misure di sostegno legate ai costi energetici e della revisione dei criteri di accesso al reddito di cittadinanza, che hanno colpito rispettivamente i pensionati con redditi modesti e le famiglie più povere.