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Innovazione, ci salverà il coaching?

Icf Italia prevede che entro il 2025 ci sarà in media una crescita del 47% delle imprese che punterà su questo strumento

C’è sempre più bisogno di coaching aziendale. Icf Italia prevede che entro il 2025 ci sarà in media una crescita del 47% delle imprese che punterà su questo strumento. Il motivo è facilmente intuibile: la rapidità dei cambiamenti pone di fronte a sfide globali sempre più complesse. Per questo, il coaching aziendale riemerge come uno strumento capace di facilitare manager e imprenditori nel guidare le imprese verso l’innovazione, il benessere organizzativo e la competitività.

“Si tratta di una modalità di sviluppo personale e organizzativo molto solida in termini di risultati, e non va identificata con la formazione in genere – ha precisato al Sole 24 Ore Giulia Astrella, presidente ICF Italia 2024 -. Il coaching non insegna, ma mira a far emergere caratteristiche e potenzialità delle persone, facendole agire sul campo. Il coaching aziendale non è solo uno strumento per affrontare le sfide attuali, ma un acceleratore di cambiamento e innovazione per il futuro. Le imprese italiane hanno ora l’opportunità di colmare un gap culturale e strategico, investendo su un metodo che ha già dimostrato risultati tangibili a livello globali”.

Nel nostro Paese va però detto che il coaching rimane sottoutilizzato, secondo quanto emerge da un’indagine condotta da ICF Italia e da Format research su un campione statisticamente rappresentativo di 1.095 tra piccole, medie e grandi imprese appartenenti ai settori manifattura, costruzioni, commercio, turismo e servizi. Se è vero che quest’anno, le imprese italiane si sono trovate di fronte a due priorità urgenti e cioè aumentare la produttività per competere globalmente e migliorare il benessere interno per attrarre e trattenere i talenti, due fronti su cui il coaching aziendale si rivela piuttosto efficace, va però detto che, secondo l’indagine, solo il 20% delle imprese dichiara di conoscerlo in modo approfondito, mentre il 44% non ha alcuna familiarità e il 36% ne ha solo sentito parlare. Il confronto con il panorama globale mostra come nel nostro Paese ci sia ancora poca conoscenza di questo strumento.

Se guardiamo al contesto internazionale il coaching ha un impatto significativo soprattutto negli Stati Uniti e nei mercati emergenti dove le aziende che integrano il coaching nei processi organizzativi riportano miglioramenti del 45% nella fiducia tra team, del 37% nella produttività e del 31% nella soddisfazione dei dipendenti.

In Italia le aziende che hanno adottato programmi di coaching aziendale nel 96,4% dei casi parlano di miglioramento della comunicazione interna, nell’85,9% di maggiore coesione e clima positivo e nel 56,3% di avanzamento nello sviluppo delle competenze del personale.

Detto questo, nonostante il gap rispetto alle medie internazionali, anche dall’Italia arrivano segnali positivi sull’utilizzo del coaching. Nel biennio 2024-2025, il 34,2% delle imprese prevede infatti di avviare iniziative di miglioramento delle performance e valorizzazione del personale, rispetto al 23,3% del 2022-2023, mostrando un interesse crescente per strumenti che migliorano le performance e il benessere lavorativo.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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