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Quanto pesa l’affitto di casa sugli stipendi degli italiani

Quanto pesa l'affitto di casa sugli stipendi degli italiani
La classifica di Immobiliare.it con i dati Eurostat. Per un appartamento di 40 metri quadrati, a Milano, se ne va la metà del guadagno di un mese. Ma l'ideale di stare sotto la soglia di un terzo è una chimera in quasi tutte le grandi città

Quanto pesa l’affitto di casa sugli stipendi degli italiani? I dati Eurostat e Immobiliare.it mettono in luce una realtà preoccupante: il costo degli affitti nelle principali città italiane sta diventando sempre più ingombrante sul bilancio familiare.

Secondo gli ultimi dati, prendendo a riferimento un immobile di 40 metri quadrati, per chi abita a Milano, dove lo stipendio medio netto è di 1695 euro, l’affitto può rappresentare addirittura il 51% del suo stipendio medio netto (pari a 831 euro). La situazione non è migliore nelle altre grandi città. A Roma, con lo stipendio medio di 1679 euro, l’affitto si mangia il 36% (1075 euro); a Napoli, stipendio medio di 1243 euro e spesa media per l’affitto di 783 euro, pari al 37%; a Bologna la spesa sale al 43%; a Firenze (stipendio medio 1597 euro) addirittura al 48%. Solo in poche grandi città come Torino, Palermo e Genova l’impatto dell’affitto sul reddito è più contenuto.

Nel capoluogo piemontese l’affitto  si mangia, in media, il 26% dello stipendio e dopo averlo pagato rimangono in tasca 1217 euro; a Palermo, il 22% (lasciando liberi di essere spesi 992 euro); a Genova, il 23%, con 1359 euro pronti per essere spesi diversamente.

Questi dati mettono in evidenza una tendenza all’aumento del costo degli affitti rispetto al reddito medio, che, in Italia, è fermo da circa 30 anni. In una situazione ideale, un affitto sostenibile dovrebbe rappresentare circa un terzo dello stipendio. Tuttavia, in molte città italiane, questa proporzione è nettamente superata, mettendo a dura prova le finanze delle famiglie e limitando la capacità di spesa e di risparmio.

Ma quali sono le cause di questo fenomeno? Esse sono molteplici: la scarsità di offerta di alloggi a prezzi accessibili, l’incremento della domanda nelle città più popolose, gli stipendi che non crescono e la speculazione immobiliare sono di sicuro alcune delle variabili.

Sta di fatto che tutto questo pesa nelle valutazioni che i lavoratori fanno quando devono decidere se vivere in una grande città, sia nel caso in cui ci vivano già e non sappiano se rimanerci, sia se stiano pensando di trasferircisi senza sapere se potranno permetterselo.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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