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Sì definitivo al nuovo contratto per i dipendenti pubblici delle Funzioni centrali

L'accordo è arrivato senza la firma di Cgil e Uil, i due sindacati che tengono fermi anche i rinnovi per gli enti locali e gli infermieri

Lunedì 27 gennaio, presso la sede dell’Aran, l’agenzia delegata dal governo per la contrattazione, è stato firmato in via definitiva il nuovo contratto 2022-2024 per i circa 195 mila lavoratori delle Funzioni centrali, cioè i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali e degli enti pubblici economici.

Cosa prevede l’accordo? Aumenti medi (lordi) di 165 euro al mese per 13 mensilità; lavoro agile ampliato con il buono pasto anche nel giorno di smart working; settimana corta di 4 giorni (ma con 36 ore settimanali di lavoro da garantire). E poi strumenti di welfare, maggiore valorizzazione alle professionalità favorendo avanzamenti di carriera e più permessi retribuiti per gli over 60 per visite e prestazioni sanitarie.

Sta di fato che il via libera definitivo all’accordo è arrivato senza la firma di Cgil, Uil e Usb: questi sindacati hanno confermato il giudizio negativo del nuovo contratto in quanto per la prima volta non recupera con gli aumenti stipendiali il maggior peso dell’inflazione registrato nel triennio di riferimento.

Sta di fatto che, con il ministro Paolo Zangrillo, anche la Cisl si è dimostrata molto soddisfatta. Il segretario Luigi Sbarra ha parlato di “grande risultato”. Ora, ha fatto presente, “è ora di guardare al futuro e avviare rapidamente il negoziato per il rinnovo del contratto 2025-2027 per il quale risultano già allocate nella legge di Bilancio le risorse necessarie, cosa mai avvenuta in precedenza”.

In ogni caso, restano ancora senza contratto gli oltre 400 mila dipendenti pubblici degli enti locali. Il no di Cgil e Uil, che chiedono più risorse, è determinante anche per gli infermieri, i tecnici e il personale amministrativo, oltre 580 mila lavoratori.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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