
Ma di cosa vive davvero la nostra Italia? La domanda è lecita perché quando si parla dell’economia italiana, si sente spesso ripetere che il nostro Paese vive di turismo, buon cibo e alta moda. Ma siamo sicuri che sia davvero così?
L’immagine dell’Italia come terra di bellezze naturali, patrimonio storico e prelibatezze culinarie è affascinante, ma la realtà economica è un’altra: i settori che trainano davvero il nostro PIL sono altri.
Certo, il turismo è un comparto fondamentale. Con oltre 100 miliardi di euro di valore aggiunto e circa 4 milioni di occupati, è una parte significativa dell’economia. Tuttavia, incide per meno del 6% sul PIL italiano. Per fare un confronto, in Francia il turismo pesa circa il 7,5% del PIL, e in Spagna arriva all’11,7%.
L’Italia è la seconda potenza manifatturiera d’Europa dopo la Germania. Dalla meccanica alla farmaceutica, dall’automotive all’industria chimica, il nostro tessuto produttivo vale il 16% del PIL e dà lavoro a milioni di persone. La metalmeccanica e l’ingegneria sono settori cruciali, con un’eccellenza particolare nella meccanica di precisione e nell’automazione industriale. L’agroalimentare industriale non si limita ai prodotti tipici e ai ristoranti, ma si traduce in un sistema industriale avanzato che esporta in tutto il mondo.
L’idea che il turismo e la moda siano i settori trainanti è pericolosa, perché distoglie l’attenzione dalla necessità di investire in innovazione, ricerca e sviluppo. Paesi come la Germania hanno costruito la loro solidità economica puntando sull’industria e sulla tecnologia, non solo su settori legati ai servizi.