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Emergenza-caldo, spunta un protocollo per difendere i lavoratori dalle temperature record

Niente alcol, poco caffè, tanta acqua, vestiti leggeri, turni modificabili: ecco le nuove regole che dovranno seguire le aziende per tutelare la salute dei loro dipendenti

Gli interventi normativi sulla cassa integrazione per edilizia e agricoltura a causa di eventi meteo dovrebbero rientrare in un decreto e arrivare in Consiglio dei ministri domani. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha spiegato di essere “pronti con norme” per consentire agli edili di accedere alla cig ordinaria extra conteggio e per l’utilizzo ad ore della Cisoa, la cig per gli operai agricoli a tempo indeterminato.

Sta di fatto che il governo, come anticipato da La Stampa questa mattina, ha in serbo un “Protocollo condiviso per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro”. Di partenza, questo documento prevede che le imprese intervengano per “eliminare o ridurre l’esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature o percepite tali” con la pianificazione di tutta una serie di misure di prevenzione e protezione a tutela dei lavoratori. I quali, a loro volta, assieme alle loro rappresentanze, vengono sollecitati a segnalare l’assenza di misure appropriate o il mancato rispetto del nuovo protocollo.

La premessa è che le ondate di calore protratte per più giorni, come le stiamo vivendo in queste ore, possono rappresentare un rischio serio per chi lavora. Negli uffici, allora, va garantito “un ambiente adeguatamente climatizzato e ventilato oltre a ritmi di lavoro bilanciati”. Per chi lavora all’esterno, invece, il protocollo individua una serie di misure da calare nei diversi contesti lavorativi mediante specifici accordi aziendali unitamente alla possibilità per l’azienda di ricorrere al lavoro agile o da remoto o, in ultima analisi, agli ammortizzatori sociali.

Nel Documento di Valutazione dei Rischi, il datore di lavoro dovrà adeguare il piano sicurezza valutando l’assenza di ombra e di aree ventilate, il basso consumo di liquidi, l’alimentazione non adeguata, gli abiti troppo pesanti e anche altri specifici fattori di rischio, a cominciare dall’età dei lavoratori, specie se superiore ai 65 anni, dalla presenza di patologie croniche, dall’assunzione di alcuni farmaci e dallo stato di gravidanza. Sarà, quindi, possibile attivare la sorveglianza sanitaria anche per quei lavoratori per i quali finora non era prevista ma per i quali ora si rende necessaria a giudizio del medico aziendale in quanto potrà disporre per loro l’assegnazione ad attività più leggere e un numero maggiore di pause.

Le aziende, poi, devono raccomandare pasti ricchi di frutta e verdura e, allo stesso tempo, proibire cibi ricchi di grassi e sale in quanto rallentano la digestione e predispongono allo stress del caldo. Dovranno favorire l’assunzione di molta acqua, moderare invece il caffè e vietare in modo esplicito gli alcolici. I lavoratori potranno andare anche più volte del solito in bagno. Mentre gli indumenti che dovranno indossare dovranno essere leggeri, in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro, capaci di ricoprire buona parte del corpo al fine di evitare di lavorare a pelle nuda. Obbligatorio, nel caso, anche un copricapo con visiera o a testa larga. Ai lavoratori potrà essere fornita anche della crema solare ad alta protezione se prescritto dal medico. E anche i turni di lavoro potranno essere riorganizzati a secondo delle condizioni meteo-climatiche più favorevoli: potrà variare, quindi, l’orario di inizio dei lavori e si potrà prevedere l’alternanza dei turni tra i lavoratori. Questo, mentre le pause dovranno essere brevi, ma più frequenti anche perchè, secondo il Protocollo anti-caldo, la loro assenza rallenta il ritmo di lavoro e aumenta il rischio di errore umano.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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