
Chi fa da sé paga per tre: è proprio il caso di correggere il vecchio adagio secondo cui da soli si riuscirebbe meglio a fare le cose. Dal punto di vista economico, infatti, essere single si traduce in una vera e propria stangata. Moneyfarm, società di consulenza finanziaria indipendente, partendo da dati Istat, ha fatto i conti in tasca a chi vive da solo e ha calcolato che quest’ultimi spendono ogni mese 571 euro in più rispetto a una coppia.
Detto che in Italia sono 8,3 milioni i single, perché e, in modo particolare dove, si paga questa tassa occulta? Secondo l’indagine, le percentuali più elevate di famiglie con un solo componente si registrano nel nord-ovest e nell’Italia centrale dove sono rispettivamente il 32,2% e il 35% del totale, mentre al Sud si fermano al 29,9%.
Poco più di una persona sola su due (il 51%), poi, ha meno di 65 anni e il 40% di essi, pari a 3.331.000 persone, è composta dagli “incalliti”: da chi, vale a dire, ha scelto di essere single. Essi compongono il 6% della popolazione italiana. Sotto i 45 anni, gli uomini soli, pari all’11% del totale, sono quasi il doppio delle donne (6%). Ma il rapporto tra sessi si riequilibra con il passare degli anni fino ad invertirsi, sebbene di poco, sopra i 65 anni con le nubili al 5% e i celibi al 3%. Ma oltre che i single per scelta, naturalmente, ci sono poi i separati e i vedovi. Questi ultimi rappresentano il 37% delle persone sole, con in netta prevalenza donne over 65 (27% contro il 7% dei vedovi) non solo per la maggiore longevità femminile, ma anche per l’età media più bassa delle spose rispetto agli sposi. Il restante 23% è rappresentato, invece, dai separati che non si sono più risposati e che, per lo più, sono uomini tra i 45 e i 64 anni.
In ogni caso, nello specifico, perchè costa di più non dividere le spese con nessuno? Secondo Moneyfarm, la spesa media mensile per i single è di 1.796 euro, con un minimo di 1.666 euro per gli over 65 e un massimo di 1.957 per chi è in età da lavoro. Una coppia, invece, affronta spese per 2.451 euro pari quindi a 1.225 euro pro capite, 571 euro, ben il 47% in meno rispetto a chi è solo. Il gap deriva innanzitutto dal fatto che vivere in due non significa aver bisogno di un appartamento grande il doppio. La spesa per l’abitazione e le relative utenze pesano per ben 338 euro in più al mese per i single. Poi ci sono i costi per i mobili e gli altri servizi per la casa (36 euro in più). Ma avere un partner conviene anche quando si va in vacanza o a cena fuori. Gli esperti lo definiscono “effetto dessert con due cucchiaini” che permette a una coppia di spendere solo 45 euro al mese per alberghi e ristoranti mentre i single devono mettere in conto 68 euro. E la spesa al supermercato? Il costo al chilo aumenta al diminuire della quantità acquistata, e questo è già una grave perdita per chi è solo in quanto è costretto a spendere in media 304 euro contro i 236 di una coppia.
Last but not least, Moneyfarm ha calcolato quanto avrebbero messo da parte al compimento dei 50 anni tre persone che avessero deciso di andare a convivere in età diverse e di dividere a metà le spese con il partner. Chi va a convivere a 45 anni, a 50 anni avrà risparmiato 34.260 euro; chi va a convivere a 35 anni, a 50 anni avrà risparmiato 102.780 euro; chi va a convivere a 25 anni, a 50 anni, avrà risparmiato ben 171.300 euro.