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Manovra, approvazione prevista il 28: ecco le novità

Quanto spende lo Stato per le prestazioni sociali
La legge di Bilancio ha mantenuto l'assetto originario voluto dal Governo

Dopo l’approvazione di venerdì 20 dicembre alla Camera, la manovra si affaccia al Senato per la sua approvazione finale (prevista per il 28) mantenendo lo stesso impianto costruito fra ministero dell’Economia e Palazzo Chigi e approvato dal consiglio dei ministri il 15 ottobre scorso.

È un’architettura fondata sul sostegno ai redditi medio-bassi, e in particolare quelli da lavoro dipendente che ottengono 12,85 miliardi per le nuove detrazioni strutturali introdotte in sostituzione della decontribuzione in vigore quest’anno.

Nel confronto con le regole attuali, le novità avvantaggiano oltre un milione di contribuenti con redditi fra 35mila e 40mila euro, fuori dal taglio al cuneo fiscale 2024 e invece interessati dal decalage dei nuovi sconti fiscali. Il risultato sarà invece spiacevole per chi rientrava nella decontribuzione avendo un reddito da lavoro fino a 35mila euro, ma grazie ad altre entrate (per esempio un appartamento dato in affitto) ha un reddito complessivo maggiore. Ma nel complesso il rapporto fra dare e avere è positivo per 12,28 milioni di lavoratori che non avranno variazioni significative nei benefici, 5,66 milioni di persone che vanno incontro a un risparmio ulteriore medio da 488 euro e 805mila contribuenti che invece dovranno mettere mano al portafoglio perdendo 380 euro pro capite.

A una platea in larga parte sovrapponibile si rivolge poi la conferma, anch’essa strutturale, dell’Irpef a tre aliquote avviata quest’anno, che con i suoi 4,8 miliardi (in un calcolo che comprende anche il parziale riordino delle detrazioni) coinvolge ovviamente anche i pensionati. E nelle fasce di reddito medio-basso si colloca anche l’ampia maggioranza dei dipendenti pubblici, che in manovra trovano per la prima volta il finanziamento di due tornate contrattuali avviato dagli 1,15 miliardi messi a bilancio per il 2025 e destinato a sfociare in maggiori risorse totali per 20 miliardi annui al 2030, quasi equamente divisi fra settori statali a carico del bilancio centrale e comparti autonomi.

Tramonto della vecchia decontribuzione Sud, spending review dei ministeri (2,6 miliardi) e contributi temporanei delle banche sostengono la colonna delle coperture, in una manovra che rifinanzia anche il fondo sanitario (1,2 miliardi nel 2025), difesa (2,45 miliardi) e missioni internazionali (1,4 miliardi). E che soprattutto avvia il cammino impegnativo di risanamento scritto nel Piano di bilancio strutturale.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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