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Per il 60% degli italiani il welfare serve a essere felici sul lavoro

L'indagine dell'Osservatorio BenEssere Felicità realizzata dall'Associazione Ricerca Felicità con la partnership tecnica di Up Day

Non si vive di solo salario, ma anche di welfare: per il 60% dei lavoratori il welfare aziendale esso è addirittura utile a raggiungere la felicità sul posto lavoro. Il 45% invece lo vede come un elemento di benessere, ma non un plus per cambiare azienda. E’ quanto emerge dalla nuova indagine dell’Osservatorio BenEssere Felicità, realizzata dall’Associazione Ricerca Felicità con la partnership tecnica di Up Day.

In un’Italia meno felice rispetto al 2024 (con una media di 3.09 punti su 5, contro il 3.24 dell’anno scorso), le donne sono più soddisfatte del loro lavoro (con un punteggio medio 3.28 su 5 contro il 3.23 dell’altro sesso). E questa, visti anche i dati del gender gap, costituisce senz’altro una sorpresa.

A livello di età, la Generazione Z è capofila con un valore medio di 3.34, seguita da Baby Boomers (3.31), Millennials (3.27) e Generazione X (3.21).

Fatto sta che la ricerca quest’anno ha evidenziato una frenata nel fenomeno della Great Resignation: il 59.9% degli intervistati infatti non vorrebbe cambiare lavoro (nel 2024 era il 55%). Nel dettaglio, “rimane costante il 24% di chi vorrebbe cambiare azienda o posto di lavoro, ma scende la percentuale di chi vorrebbe cambiare mestiere al 17% (l’anno scorso era il 21%) – afferma Elisabetta Dallavalle, Presidente dell’Associazione Ricerca Felicità – Anche quest’anno, lavorare in un ambiente/azienda con un marchio noto risulta essere l’ultima scelta per i lavoratori e le lavoratrici italiane”.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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