Di questi tempi, con il Napoli fresco campione d’Italia per la terza volta nella sua storia, nel capoluogo campano diventa naturale puntare sul numero tre. E Cgil, Cisl e Uil non si sono fatti sfuggire l’occasione organizzando, dopo quella di Bologna e Milano, la terza manifestazione di seguito contro l’autonomia differenziata e il rilancio del lavoro sul lungomare partenopeo.
L’intento è stato quello di dare un messaggio di unità del Nord, del Centro e del Sud del Paese per contrastare la riforma del ministro leghista Calderoli. Ma anche quello di ribadire che “il Sud è da serie A”. E che per questo, come da slogan della manifestazione, “bisogna ricominciare da tre”. I leader delle confederazioni che si sono succeduti sul palco, Maurizio Landini, Pierpaolo Bombardieri e Luigi Sbarra, per questo hanno specificato tre priorità: una riforma fiscale da parte del Governo. Una nuova politica industriale che vada a vantaggio soprattutto del Mezzogiorno. E più tutele per chi lavora, spaziando dal fronte della sicurezza a quello del welfare. Tuttavia, a Napoli, capitale del Reddito di cittadinanza, c’è da sottolineare come tutti e tre i sindacati abbiano detto a voce alta che nessuno si sente particolarmente orfano della misura bandiera del governo Conte 1.
“Vogliamo lavoro, non assistenzialismo”, è stato il coro della triade. La quale, piuttosto, punta ad avere più risorse per diminuire il precariato e ha bocciato le politiche che in tal senso ha portato avanti finora il Governo Meloni. Soprattutto il rilancio del sistema dei voucher, ai sindacati non è piaciuto. Per questo, la ripresa del dialogo chiesto a Palazzo Chigi sa tanto di sfida. La prima proposta che Cgil, Cisl e Uil porteranno al tavolo delle trattative a Roma sarà quella di far costare di più e quindi di rendere meno convenienti i contratti a tempo determinato.
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“Il mondo del lavoro non vuole dividere il Paese, lo vuole unire, dal Nord al Sud al Centro. Non abbiamo bisogno dell’autonomia differenziata. Noi abbiamo bisogno dell’unità di questo Paese, la nostra Costituzione va applicata, non va cambiata e un punto deve essere molto chiaro: non abbiamo alcuna intenzione di fermarci qui, vogliamo portare a casa i risultati, vogliamo aumentare i salari, rinnovare i contratti, vogliamo la riforma delle pensioni”, ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
Per Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, “Non c’è più tempo. È il momento di sanare le disuguaglianze che creano ingiustizia, spaccano il Paese e ne impediscono la crescita. È il momento di cooperare per fare emergere le potenzialità di un Sud il cui riscatto è la chiave di volta della ripartenza. Bisogna tendere una mano ai giovani e a milioni di lavoratrici. Che Paese è quello che costringe una donna a scegliere tra lavoro e maternità. Dobbiamo anche fermare la scia di sangue nei luoghi di lavoro”.
“Questa piazza è l’ennesima dimostrazione della voglia della gente di cambiare – è intervenuto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil – Ci sono grandi temi ai quali il Governo non ha ancora dato risposte: il lavoro, il lavoro sicuro, il recupero del potere d’acquisto, il rinnovo dei contratti, la riforma fiscale e quella delle pensioni. Sono tutte questioni sulle quali si era iniziato a discutere e poi tutto si è arenato: servono interventi strutturali. Poi ci sono le vertenze industriali e si continua a parlare di Made in Italy e di sovranismo, ma non c’è un obiettivo chiaro: al ministro Urso vogliamo ricordare che a Napoli si dice “chiacchiere e tabacchiere di legno, il banco di Napoli non prende in pegno”. Inoltre siamo nettamente contrari all’autonomia differenziata: bisogna prima ripianare le diseguaglianze e dovrebbero spiegarci anche da dove prendono le risorse per realizzare questo progetto”.
(dall’inviato, Giovanni Santaniello)