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Professionisti, inizia l’era dell’equo compenso

equo compenso
Entra in vigore la legge che vorrebbe garantire un giusto guadagno a 1,6 milioni di operatori. Ma per i parametri e le sanzioni non tutti i nodi sono stati sciolti

Per 1,6 milioni di professionisti, oggi è l’inizio di una nuova era. Entra in vigore, infatti, la legge sull’equo compenso (la 49/2023) voluta dal Governo Meloni per garantire che la qualità e la quantità di un lavoro autonomo sia ben ripagata. Nello specifico, chi ne beneficerà?

Dando uno sguardo alle Casse di previdenza dei professionisti, emergono 240mila avvocati, 92mila architetti, 82mila ingegneri, 209mila tra medici e dentisti, senza contare gli agenti di commercio iscritti all’Enasarco e i professionisti delle professioni non regolamentate come l’amministratore di condominio o il tributarista a cui la legge si applicherà nel momento in cui saranno definiti i parametri, ovvero i compensi di riferimento.

Inoltre, si stimano 27mila pubbliche amministrazioni e 51mila aziende medio grandi con più di 50 lavoratori o 10 milioni di fatturato che dovranno allinearsi ai nuovi parametri previsti dalla legge. Sta di fatto che se, per le pubbliche amministrazioni, le nuove regole si applicano subito, compresa quella per la quale da ora in poi sono vietati i bandi di servizi a titolo gratuito, le aziende potranno attendere il rinnovo delle convenzioni con i professionisti per applicare l’equo compenso. In ogni caso, il vero nodo da sciogliere per far funzionare la nuova legge rimane quello dei parametri.

Per ora, solo quelli degli avvocati e dei progettisti di opere pubbliche sono stati aggiornati. Per altre categorie, ad esempio i commercialisti, si naviga ancora a vista, senza alcun puntuale riferimento economico. E per chi trasgredisce le regole? Da questo punto di vista, si apre un altro capitolo non semplice perché la legge imporrebbe la revisione dei singoli Codici deontologici per sanzionare chi non rispetta la legge sull’equo compenso.

Ma ci sono poi anche i professionisti cosiddetti non ordinistici: senza alcun Albo, vale a dire. Per loro è difficile fissare sia un parametro economico di riferimento sia mettere in campo un sistema sanzionatorio. La troppa eterogeneità di questo mondo rischia di rendere inefficace la legge e l’equo compenso soltanto ancora una chimera.

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Redazione del quotidiano di attualità economica "Il Mondo del Lavoro"

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