In Italia si è nel pieno del dibattito sull’opportunità di introdurre il salario minimo con una legge. Ed è una discussione alquanto animata. Ma da cosa prende piede? Dal fatto che, al di là della soglia dei 9 euro lordi l’ora (soglia sotto la quale ci sono 2 lavoratori su 10), 1 lavoratore su 10 guadagna così poco da essere a rischio povertà ed esclusione sociale.
Secondo il rapporto Inapp 2022, il cosiddetto lavoro povero è un fenomeno che riguarda il 10,8% degli italiani e riguarda tutti coloro che, pur avendo un impiego, non possono in ogni caso permettersi una vita normale. È un dato in linea con il rapporto Fragitalia 2022 di Legacoop e Ipsos secondo cui quasi 8 italiani su 10 esprimono un giudizio negativo sulla situazione economica italiana e 4 su 10 ritengono che la situazione economica della loro famiglia peggiorerà nei prossimi mesi.
Il 25% degli intervistati si è detto in difficoltà ad arrivare a fine mese. E, secondo la stessa percentuale, è da considerarsi sotto la soglia di povertà una persona che vive da sola con un reddito inferiore a 1200 euro al mese.
Non solo: ben il 66% vede la propria collocazione sociale come problematica. E tra questi, il 39% dichiara di avere un reddito che, rispetto al passato, non consente lussi mentre il 25% dichiara di appartenere alla categoria dei “fragili”, con difficoltà ad arrivare a fine mese. Su questa situazione continua a battere l’inflazione che, nonostante sia calata rispetto allo scorso anno, continua a pesare sui redditi bassi, soprattutto perché si fa sentire al momento della spesa alimentare. E anche la situazione geopolitica resa particolarmente instabile dall’invasione della Russia in Ucraina. Per gli analisti, infatti, non è un caso che, a fronte della situazione attuale, il 39% degli italiani ha intenzione di ridurre i consumi per aumentare il risparmio; il 38% ritiene che perderà parte del proprio potere d’acquisto e il 32% teme che i suoi risparmi perderanno valore.