Dati alla mano, è vero che in Italia potremmo campare solo di turismo? Stando a una elaborazione di Conto satellite del Turismo 2019 di Istat, solo il 5,6% del nostro Pil è generato da questo settore; solo il 6% dei lavoratori italiani è impiegato nel turismo e la crescita economica legato ad esso è bassa: si attesta sullo 0,3%. Vale a dire: per ogni aumento del 10% della spesa dei turisti stranieri, la crescita economica a livello locale nei dieci anni successivi è solo dello 0,3%.
Perchè il turismo italiano non decolla? Le aree di intervento individuate dal Pnrr sono i trasporti inefficienti e le aree turistiche mal collegate oltre che il rapporto qualità/prezzo dei servizi non ottimale a causa della scarsa concorrenza.
E quindi, detto che ci sarebbero 2,5 miliardi Ue da spendere per migliorare questi aspetti, anche i dati concernenti questo Ferragosto sembrano confermare i numeri macroeconomici appena citati.
Una indagine del Centro studi turistici di Firenze per Assoturismo svolta tra l’11 e il 16 agosto, parla di 17 milioni di presenze (la risultante cioé del numero di turisti arrivati moltiplicato per le notti trascorse) in strutture alberghiere, pensioni e b&b ufficiali, costituite per il 60% da italiani. Numeri in crescita rispetto alle ultime settimane, ma certo non da sold-out.
Il tasso medio di occupazione dell’offerta si attesta al 90%, oltre un punto in meno rispetto al 2022 anche se, per effetto del calendario, il ponte di Ferragosto 2023 durerà un giorno in più. Per questo ponte di 5 notti, la saturazione dell’offerta oscilla tra il 94% delle località dei laghi e l’80% delle località termali, che però sono le uniche a registrare un saldo attivo: +1% rispetto al 2022. I laghi contengono la perdita entro l’1%, le città d’arte calano del 2% (82% a fronte dell’84%), le località di aree rurali, di collina e di montagna del 3%, il mare addirittura del 4.
Un’altra analisi, questa vota di Confcommercio, condotta in collaborazione con Swg, indica che gli italiani in vacanza nella settimana di Ferragosto sono nel complesso 14 milioni e stanno spendendo circa 7 miliardi. Otto su 10 sono restati in Italia, nel 36% dei casi vicino a casa o comunque all’interno della regione di residenza.
La ricerca Cna Turismo e Commercio, infine, prende in esame l’intera seconda decade del mese. E stima che tra l’11 e il 20 agosto le presenze tra alberghiero ed extra-alberghiero si attesteranno a quota 25 milioni per un giro d’affari di oltre 10 miliardi. Si tratta di un risultato record, il cui merito però è da ascrivere soprattutto agli stranieri, capaci di compensare i disagi degli italiani alle prese con il carovita ma che comunque cercano di non rinunciare almeno al break ferragostano.
In totale, gli stranieri dovrebbero abbattere il muro dei 15 milioni di presenze, con un +15% addirittura nei confronti del 2019 e una media di 4 pernottamenti a testa. Al contrario, i turisti italiani, a causa del carovita, ridurranno la media della loro pausa: nel complesso, le presenze nostrane arriveranno a 10 milioni, in flessione rispetto tanto allo scorso anno quanto al 2019.
Alla fine, come è andata l'estate degli scontrini pazzi?